Il caso di una famiglia di Tavarnelle “ Ho lasciato il lavoro per aiutare i genitori” Presidio stamani davanti alla Regione
diAndrea Vivaldi« Abbiamo dovuto spostare mia suocera in una Rsa fuori dalla Toscana. I costi qui erano diventati impossibili da sostenere: 3.700 euro al mese. Da Tavarnelle, dove abitava, siamo dovuti andare fino in Umbria, vicino al Lago di Bolsena ». Un viaggio in macchina lungo quasi 200 chilometri prima di trovare un posto a prezzi più accessibili. Tanta è la strada che Marzia Rabatti ha fatto per garantire una residenza alla suocera, di cui all’inizio aveva tentato di prendersi cura assieme al compagno, salvo poi accettare che l’assistenza sanitaria in alcuni momenti della vita è imprescindibile. « Per seguire i nostri genitori, che hanno entrambi bisogno di aiuto, ho dovuto abbandonare il lavoro – spiega Marzia – dare due stipendi alle badanti diventava ancora più dispendioso».
Quella di Marzia è una delle tante storie di chi, tra amore, senso del dovere e criticità, cerca di aiutare parenti anziani affetti da malattie degenerative.
La lista per accederealle Rsa, acausa di una domanda esplosa dopo il Covid, conta centinaia di persone in attesa. Per ottenere la quota sanitaria, cioè la metà della retta a carico del servizio pubblico, a volte occorrono anche mesi, perché non bastano i fondi nazionali. E così c’è chi si trova a dover pagare la retta per intero. Ma i prezzi in Toscana, mentre i gestori valutano di alzarli ancora a causa dell’aumento delle spese, sono già alti. La base di partenza è attorno a 3-3.500 euro. «Mia suocera ha una forma di demenza e non può assolutamente stare in casa da sola.Per quattro mesi di Rsa abbiamo speso quasi 15 mila euro – prosegue Marzia -. Non sapevamo più come fare e dieci giorni fa abbiamo cambiato. In Umbria paghiamo 1.800 euro, la metà: sono comunque tanti, perché non riceviamo la quota sanitaria e lei prende 800 euro di pensione. Ogni mese usiamo mille euro di risparmi. Ma è chiaro che finiranno e in famiglia abbiamo un mutuo. Mia suocera non aveva neppure una casa da poter vendere come fanno molti per sopperire ai costi » . Anche il marito per avere orari migliori ha cambiato mestiere. Due o tre mesi di sacrifici si affrontano, spiega la famiglia, «ma è impensabile farlo a tempo indeterminato. All’inizio – dice Marzia – avevo rifiutato l’idea di una struttura a due ore di distanza, ma poi il risparmio è diventato necessario. Gestire i genitori è comunque un servizio allo Stato, ma non viene riconosciuto. Eppure io per questa scelta perderò forse l’anzianità di lavoro e la pensione: un’ingiustizia. Oggi ho 57 anni, un domani potrei avere bisogno io di supporto, cosa accadrà? » . Poi ricorda: «Da giovane dicevo che maiavrei messo un familiare in casa di riposo, ma non si capisce cosa significa l’assistenza per una malattia seria » . Tanti oggi vivono enormi sacrifici per prendersi carico dei genitori anziani. Chi vende la casa che avrebbe ricevuto in eredità, chi ha ridotto le ore di lavoro, chi rinuncia a vedere madre o padre, mandandoli in strutture dall’altro lato della Toscana. La situazione affonda le radici su problemi socio- economici ( come i salari bloccati) e demografici, perché la popolazione è sempre più vecchia: con il trend attuale si aggiungono oltre 5 mila anziani ogni anno in regione. Erano 943 mila nel 2019, diventeranno 1 milione nel 2030. I non autosufficienti sono passati da 80 mila nel 2017 a 114 mila nel 2021. Il tema quindi si amplierà. Ne sono consapevoli in Regione, dove già stanno razionalizzando liste di attesa e risorse per concedere attraverso il turnover un respiro, seppur temporaneo, a quante più famiglie possibile. Specie nei casi gravi. Ci sono 85 mila persone sopra i 65 anni affette da forme di demenza, il 60% con l’Alzheimer: una delle patologie più difficili da seguire. Con questi numeri è chiaro che non può essere neppure la Regione a pagare a tutti metà quota delle Rsa. Per altro la Toscana èuna di quelle che investe di più nella sanità (330 milioni dal bilancio). Alcune famiglie di Firenze hanno lanciato la scorsa settimana una petizione online per chiedere un diverso tipo di assistenza, « più tempestiva ed efficiente » , scrivono. Sono già state raccolte 33 mila firme. E oggi alle 10.30, davanti alla sede della Regione in piazza Duomo a Firenze, alcuni parenti si riuniranno per protestare: «Ci troviamo abbandonati in un insieme di sentimenti d’amore e di sofferenza».