ROMA – Sul salario minimo la partita è aperta. Le opposizioni hanno messo a segno un punto, perché ieri sera in commissione Lavoro di Montecitorio non c’è stata la resa dei conti sulla legge che fissa a 9 euro lordi all’ora il salario minimo legale. L’emendamento soppressivo della destra non è stato votato. Il presidente della commissione Walter Rizzetto di FdI lo ha di fatto congelato rinviando all’aula di domani ogni decisione. E domani sarà chiesta una “sospensiva”, che in base ai regolamenti parlamentari sarà votata la prossima settimana. L’obiettivo della maggioranza è di fare slittare il salario minimo a fine settembre, e nel frattempo convocare un tavolo con le opposizioni in cui presentare una controproposta.
Forse i sondaggi, che danno 7 italiani su dieci favorevoli al salario minimo, hanno convinto la premier Giorgia Meloni che la chiusura a catenaccio su una misura indispensabile per oltre 3 milioni e mezzo di lavoratori poveri e sfruttati, sarebbe stata un autogol. Meloni conferma quindi il cambio di passo, senza mancare una stoccata: «Il mio dubbio è che il salario minimo sia un bel titolo, funziona come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare problemi. Se vogliono il confronto, serve tempo». Una affermazione che nonpiace affatto a Elly Schlein. «Faccio fatica a capire come si possano considerare slogan le condizioni di milioni di lavoratori: noi siamo disponibili al confronto, ma serve il ritiro dell’emendamento soppressivo per un confronto sul merito», contrattacca la segretaria del Pd.
Tuttavia la premier rivendica il dialogo possibile, ma le opposizioni chiedono garanzie. Meloni rilancia: «Io credo nella contrattazione sindacale, credo che vada rafforzata, che vada trovata una soluzione per quei lavoratori e per quei contratti che non sono coperti, senza però rischiare di abbassare i diritti di quelli che un contratto ce l’hanno. Questo è il tema che mi pongo e perciò apriremo un confronto e cercheremo di capire se c’è una soluzione che può tenere insieme le cose». Intanto la maggioranza ieri al Senato presenta un ordine del giorno per il contrastoal lavoro povero (che viene approvato), mentre boccia la mozione dei 5Stelle sul salario minimo.
Del resto la destra è divisa. Forza Italia si è sempre detta contraria al salario minimo e ora rimarca: «L’emendamento soppressivo non va ritirato ». Licia Ronzulli afferma: «Imporlo per legge è controproducente». Tuttavia il segretario forzista Antonio Tajani e il capogruppo Paolo Barelli depositano una pdl che prevede «di adeguare ai contratti collettivi tutti gli stipendi», molto simile alla proposta che fu di Andrea Orlando nel governo Draghi. Una mossa che coglie di sorpresa FdI. Risponde Schlein: «Siamo felici che una parte della maggioranza si sia convinta della bontà della nostra proposta unitaria nella parte in cui estende a tutti i lavoratori di un settore il contratto collettivo comparativamente più rappresentativo. Ma non può mancare la soglia dei 9 euro. E spiace che non abbiano ritirato l’emendamento soppressivo. Noi non siamo per il rinv io, discutiamo subito». Lo scontro resta: in punta di fioretto o più ruvido. Giuseppe Conte, leader grillino, ricorda che «4 milioni di lavoratori attendono con urgenza una misura di civiltà e il governo non può pensare di prenderli in giro».Pd, M5Stelle, +Europa e Verdi-Sinistra non vogliono melina. Ma per Azione l’obiettivo è di tentare una intesa in ogni modo.
In commissione Lavoro alla Camera non è stato votato l’emendamento soppressivo della destra. A Montecitorio passerà la “sospensiva”
Tutto slitta a settembre