«Sciogliere il Pd per un’altra Cosa». Il partito toscano della svolta radicale
1 Ottobre 2022Ma il Pd si deve sciogliere?
1 Ottobre 2022Le strutture per gli interventi non sono utilizzate per circa 300 ore ogni settimana: si “ trasloca” altrove a causa di Covid e carenza di personale
diMichele Bocci
Le sale operatorie ci sarebbero ma alcune restano chiuse, o comunque vengono attivate solo in parte. Per questo, Careggi e la Asl Centro (ma anche altre aziende toscane) fanno contratti con strutture private, dove mandano a lavorare i loro chirurghi. È appena partito, ad esempio, l’accordo del policlinico fiorentino con una clinica di Montecatini, Santa Rita.
I numeri delle due aziende con sede a Firenze dicono che nel 2022 le sale operatorie ogni settimana hanno lavorato quasi 300 ore in meno rispetto al 2019. Difficile dire quanti interventi in più si potrebbero fare nel servizio pubblico se si tornasse ai dati degli anni precedenti all’arrivo del Covid, perché le operazioni hanno durata variabile. Si tratterebbe comunque di un numero importante di interventi, capace di dare un bel colpo alle liste di attesa.
Ma perché si decide di andare fuori se sia dentro Careggi, ad esempio al Cto ma non solo, che negli ospedali fiorentini, di Prato e di Pistoia ci sarebbe spazio per operare? La risposta la danno i responsabili delle stesse aziende e ha a che fare con due problemi principali: il Covid e la carenza di personale.
A Careggi quest’anno sono state fatte in media 3.733 ore di sala operatoria al mese. I dati del 2022 sono migliori di quelli del 2021 e del 2020, cioè i due anni peggiori per la pandemia. In otto mesi però non si è ancora riusciti a tornare ai livelli del 2019, quando in un mese si facevano 4.018 ore. La differenza è di 71 ore, cioè circa il 7%. « Per affrontare il Covid abbiamo dovuto prendere personale dalle intensive e dalle sub intensive che lavorano con le chirurgie – spiega il direttore generale di Careggi, Rocco Damone – Stesso discorso riguarda gli infermieri».
Il Covid adesso non sta impegnando particolarmente gli ospedali (anche se i dati delle infezioni sono in salita) ma il dato settimanale dell’uso delle sale operatorie è una media dell’anno. Negli ultimi mesi le cose sono andate un po’ meglio, anche se solo ad agosto si sono fatte più ore di sala rispetto al 2019. Negli altri mesi si è rimasti sotto. « Poi c’è un tema di carenza del personale. Gli anestesisti, ad esempio, sono pochi in tutta Italia » . Sulla scelta di Montecatini ci sono state polemiche da parte dei sindacati e degli ortopedici, che vanno a lavorare presso il privato. Si contesta la lontananza della clinica da Firenze, cosa che costringe il medico a trascorre in macchina parte del suo turno di lavoro e ai pazienti di spostarsi lontano da casa. « L’accordo con la clinica è fino a dicembre – aggiunge il direttore generale – L’anno prossimo vogliamo fare da soli. Nel 2023 c’è il progetto di far lavorare le sale operatorie anche più del 2019».
Tutti gli ospedali della Asl Centro fanno circa il doppio di ore di sala operatoria rispetto a Careggi. In questo 2022 si è arrivati al massimo (dopo aver faticato all’inizio dell’anno) a 1.996 ore settimanali, contro le 2.218 del 2019. Si tratta di 222 ore in meno, il 10%. Nel pubblico si sarebbero potuti quindi fare molti più interventi ma la Asl ha deciso di spendere 2,8 milioni in più (del fondo nazionale contro le liste di attesa) ed aggiungerli ai circa 11 già dati annualmente ai privati per far operare i suoi chirurghi nelle loro strutture. «I due anni di pandemia sono stati difficili e anche in questo 2022 abbiamo avuto problemi, in particolare con la quarta ondata – spiega Emanuele Gori, direttore sanitario della Asl Centro – I posti letto della chirurgia sono diventati Covid. E con le sale ma senza degenze non si può operare. Adesso abbiamo cominciato la fase di recupero » . Poi ci sono le carenze strutturali. « Avevamo bisogno di 40 anestesisti ma con l’ultimi concorso ne sono entrati 20. È anche difficile reclutare altri specialisti, ad esempio gli ortopedici».