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Il leghista: no a inciuci con le sinistre. FI replica: ti sbagli. Presto un chiarimento con Meloni
Marco Cremonesi
ROMA «C’è chi ripropone l’inciucio con le sinistre, che ha portato l’Europa ai problemi di oggi, e chi pensa a un futuro di benessere fondato su lavoro, sicurezza e libertà, guidato dal centrodestra unito anche in Europa». Matteo Salvini è a Bruxelles e parla di Roberta Metsola, la presidente Ppe del Parlamento europeo che, al termine del suo tour italiano, giusto domani incontrerà la premier Giorgia Meloni. Dopo il raduno sovranista della Lega a Firenze, il tema delle elezioni europee — con il suo potenziale destabilizzante sull’alleanza di governo — si fa pressante. Con Salvini che punta le sue carte sul disinnescare qualsiasi possibilità di collaborazione (peraltro non semplice) di Fratelli d’Italia alla maggioranza che guiderà l’Unione nei prossimi anni. La premier e il suo vice si incontreranno nei prossimi giorni proprio per mettere le carte in tavola rispetto alle rispettive campagne elettorali: la data sarà decisa oggi a margine del Consiglio dei ministri.
La parola «inciucio» dà particolarmente sui nervi al partito della premier. Fino a una cert’ora, FdI aveva deciso di non assecondare il tema. A chiedere a Bruxelles, al massimo ci si sentiva ricordare che FdI «non ha mai governato con la sinistra né in Italia né in Europa». Con un promemoria: «Più i conservatori (Ecr) saranno forti, più riusciremo a cambiare». Ma nel pomeriggio interviene il vice di Salvini, Andrea Crippa, che rilancia: «Noi di certo non faremo mai accordi con i socialisti in Ue, se Tajani vuole invece stare con loro allora diciamo che sbaglia. Se i socialisti per lui sono l’alternativa a Le Pen e Afd, noi diciamo che sono meglio Le Pen e Afd…».
Tajani
Nessun problema con Salvini, ma dobbiamo dare stabilità all’Europa
ed essere realisti
A quel punto, da FdI prende la parola il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli: «Noi non vogliamo fare nessun accordo con la sinistra. Lo escludo, assolutamente». Però, alcuni compagni di strada di Salvini restano difficili da assimilare: per esempio, il sostegno all’Ucraina e a Israele «per noi è un tema molto sensibile: se qualcuno è disposto a tacere su Hamas e vuole mettere sullo stesso piano aggressori e aggrediti, per noi ci sarebbero dei pregiudizi sulle alleanze». Un riferimento ad alcuni interventi dal palco di Firenze. Cirielli chiude con qualche malizia: «Sono convinto che la destra sovranista non farà cambiare idea a noi sulla linea pro Ucraina e pro Israele, anzi, saranno loro a dover cambiare, pur di entrare al governo».
Cirielli (FdI)
Pregiudizio sulle alleanze in Europa con chi tace su Hamas o ha dubbi sul sostegno all’Ucraina
Forza Italia invece non aveva aspettato il pomeriggio. Intervengono i capigruppo al Senato e alla Camera, Gasparri e Barelli, e il portavoce Nevi: «Salvini sbaglia ad andare dietro personaggi un po’ particolari, per usare un eufemismo». Poi Antonio Tajani, da un evento organizzato dalla Camera di commercio Usa a Milano: «Sono per un’alleanza di centrodestra tra conservatori, liberali e popolari. Nessun inciucio, ma dobbiamo dare stabilità all’Europa ed essere realisti». Nulla da ricucire con Salvini, «i rapporti con lui sono ottimi e può essere un alleato anche nell’Ue, ma noi non faremo mai alleanze con Afd e con la signora Le Pen». Il promemoria qui è che «FI è parte del Ppe e senza Ppe non si governa». Mentre per Maurizio Lupi di Noi moderati «l’estrema destra non fa parte della storia del centrodestra italiano, noi moderati lavoriamo per rafforzare l’asse tra la nostra famiglia dei popolari con liberali e conservatori». Dall’opposizione, Carlo Calenda chiede «rispettosamente» a FI perché «no ai non europeisti in Europa» e «sì a Salvini in Italia?».