In piazza Duomo a Firenze tamburi e dadi giganti: ogni lato mostra le diverse sventure che si rischiano quando c’è bisogno di cure
di Alessandro Di Maria
Le percussioni del gruppo Bandao risuonano in piazza Duomo. Le mani battono forte su tamburi e tamburelli, con i corpi che si muovono a tempo. Ma ci sono anche dei dadi gonfiabili, a testimoniare che la sanità pubblica è diventata un terno al lotto. Lanci i dadi e in base al numero che esce ecco che ti puoi imbattere in una delle varie problematiche che i cittadini possono dover affrontare, 11 casistiche dal 2 al 12. Dal numero 4 (“ tuo figlio è appena nato. A causa del deficit del SSN sono stati eliminati gli screening neonatali gratuiti per le principali malattie congenite. Tuo figlio scoprirà a 3 anni di essere affetto da fibrosi cistica, quando i suoi polmoni saranno già gravemente compromessi”) al numero 12 (“tuo padre ha un’insufficienza renale cronica ed esegue regolarmente la dialisi. I mezzi dedicati del SSN si occupano da anni di accompagnarlo e riprenderlo, ma a causa dei tagli tale servizio è stato abolito. Sei costretto a chiedere il part- time a lavoro per poterlo accompagnare tu stesso”). Il tutto accade in piazza Duomo davanti alla sede della Regione, dove medici e pazienti della sanità toscana hanno partecipato alla manifestazione “ Salviamo il sistema sanitario nazionale”, promossa dalle rappresentanze dei dirigenti medici, veterinari e sanitari, per chiedere maggiori risorse. « In Toscana calcoliamo una carenza tra 500 e 700 medici negli ospedali, di cui 200- 300 dell’emergenza urgenza» racconta Gerardo Anastasio, segretario regionale Anaao Assomed: «Questa manifestazione è in favore della sanità pubblica che è in crisi per definanziamento e carenza dei medici specialisti e questo è un grande problema. Abbiamo, per esempio, il 95% di abbandoni in radioterapia e soprattutto le branchie chirurgiche non sono attrattive per i giovani medici». Numerosi sono i cartelli che esposti dai partecipanti: “ Sanità in codice rosso, servono cure adeguate”, Sacrificare la sanità non è utile a nessuno” oppure “ Contro la mercificazione della salute, salviamo il SSN”. «Diciamo che ci vogliono più soldi — continua Anastasio — ma anche una migliore organizzazione perché i soldi non devono essere sprecati. Ci sono forti squilibri: aree senza sofferenze e altre molte disagiate. In Toscana non abbiamo il problema dei medici a gettone, dilagante in altre regioni. Ma abbiamo il fenomeno dei medici che vengono spediti da una parte all’altra in posti disagiati».
La manifestazione si sposta al Cinema la Compagnia: «La sanità pubblica in Italia è in pericolo » attacca Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze: «Il nostro è un appello agli operatori sanitari, ma anche ai cittadini. C’è ancora tempo per salvare il servizio sanitario nazionale, anche se qualcuno dice che siamo a un punto di non ritorno. I cittadini spendono ogni anno oltre 40 miliardi in assicurazioni eticket perché il fondo sanitario nazionale non è adeguato. Servono più risorse ed è urgente superare la regola del 2004 che stabilisce un tetto alla spesa sanitaria » . Lo segue Pasquale D’Onofrio, Fp Cgil Medici Toscana: « Oggi il sistema non ce la fa più. È troppo sotto finanziato. Siamo al 6,4% del Pil con un tendenziale 6,1 entro due anni. Sotto 6,4 il sistema non regge, dice l’Ocse. La Germania spende quasi il 10%, la Francia il 9, l’Inghilterra l’ 8,5. Noi non possiamo continuare così. Occorrerebbe almeno un punto di Pil » . Per Giuseppe Celona, segretario toscano Cisl Medici, « oggi il sistema sanitario pubblico non è più attrattivo. Solo il 65% dei giovani che terminano gli studi lo scelgono, mentre in passato era l’approdo naturale».
“Alla Toscana mancano 500-700 professionisti, 200-300 nell’emergenza. Servono denari”