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La ministra: darò i soldi ai bisognosi. Ma dentro Fratelli d’Italia cresce la tensione
Adriana Logroscino
Roma «Io fare un passo indietro? Non capisco per quale motivo. Nessuno mi ha accusato nelle mie funzioni di ministro». Non retrocede, anzi attacca, Daniela Santanchè. La ministra al Turismo, ormai da settimane al centro di inchieste giornalistiche e giudiziaria, arrabbiata, avverte: «Mi arricchirò con le querele». Dalla maggioranza e anche dalle parti dell’esecutivo, però, filtra un certo imbarazzo. «Non è più questione di se, ma di come e quando», si lascia andare un esponente del governo, parlando delle possibili dimissioni della ministra. L’orizzonte potrebbe essere la fine dell’estate, anche se la situazione in Lombardia, territorio di cui Santanchè è esponente di spicco per FdI, richiederebbe estrema cautela, in considerazione della fase di assestamento dentro Forza Italia, dopo la morte di Berlusconi.
All’assemblea nazionale di Confagricoltura, la ministra respinge le domande con un «no comment». Poi, dal palco, si rifà alla difesa di Giorgia Meloni che due giorni fa aveva appunto distinto tra le accuse, che riguardano la sua attività da imprenditrice, e il ruolo nel governo nel quale «sta facendo bene». Ribadisce Santanchè: «Ad oggi, fino a questo momento, non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Io vado avanti e sono assolutamente tranquilla, nessuno mi ha mai accusato nelle mie funzioni di ministro, non partecipo ai processi mediatici e mi difendo nei tribunali, dove sta andando molto bene». Infine avverte: «Alcuni giornali scrivono delle grandi bugie. Quereleremo tutti e chiederemo risarcimenti. Mi auguro tra qualche anno di avere un buon gruzzoletto da destinare a chi è meno fortunato di me».
Le ulteriori notizie pubblicate dal Domani, sulla casa a Forte dei Marmi comprata e subito rivenduta dal compagno della ministra e della moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, e dal Fatto, sull’informazione di garanzia di marzo scorso che «la ministra non poteva non conoscere», tuttavia riaccendono il dibattito politico, anche in sede istituzionale. Alessandra Maiorino del Movimento Cinque Stelle, durante il question time in Senato, si rivolge alla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, chiedendole che sia lei a «spiegare a Santanchè perché dovrebbe dimettersi». E cioè «perché è venuta in questa Aula a mentire e questa Aula rappresenta il popolo italiano». Calderone risponde che il suo ministero «non ha poteri ispettivi».
È l’intera opposizione, però, a tornare a battere sulle dimissioni della ministra al Turismo. «Santanché è venuta a dire il falso in Parlamento, il Pd continua a chiedere con fermezza le dimissioni» attacca la segretaria del Pd Elly Schlein. «Anche oggi assistiamo alla circostanza paradossale che vede Daniela Santanchè parlare con nonchalance di fronte a piccoli e medi imprenditori all’assemblea nazionale di Confagricoltura — protesta Alessandra Todde, vicepresidente M5S —. Giorgia Meloni non può non comprendere che la credibilità della ministra, ormai del tutto compromessa proprio per via dal suo operato da imprenditrice, sta diventando un danno per il Paese». Per Todde non si tratta di aspettare gli sviluppi giudiziari, la questione è «il tracollo reputazionale» e «le bugie raccontate da Santanchè al Senato». Anche per Angelo Bonelli, deputato di Alleanza verdi e sinistra, «la permanenza al governo della ministra è un’offesa alla Costituzione e alla Repubblica».
Se gli alleati sembrano piuttosto distaccati, riservatamente, anche dentro FdI si ragiona in modo non tanto diverso dalle opposizioni. I meloniani osservano che la difesa pubblica della premier «non basta per considerare Santanchè blindata». E che «i rapporti fra le due si sono reciprocamente raffreddati».
La ministra però tira dritto e parla della materia di cui ha responsabilità ribadendo le iniziative che intende portare avanti su affitti brevi, overtourism, emergenza taxi. Argomenti di merito per dire «ho tante cose da fare». E per confermare l’intenzione di restare al suo posto.