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27 Settembre 2022
Pochi ordini di vendita, giù del 34%. Il calo teorico dopo il raggruppamento, un titolo ogni 100. Accelera l’aumento di capitale.
Daniela Polizzi
È scattato il raggruppamento delle azioni del Monte dei Paschi di Siena, secondo il percorso annunciato dal ceo Luigi Lovaglio nell’assemblea del 15 settembre che ha approvato l’aumento di capitale da 2,5 miliardi. Ma il nuovo titolo dell’istituto — risultato dell’attribuzione di un’azione ogni cento possedute — non è riuscito tutto il giorno a realizzare scambi a Piazza Affari, registrando, al termine della seduta, un «calo teorico» del 34,5%, senza indicazione di prezzo, se non quello (teorico) di 19,98 euro. Così Borsa Italiana ha deciso che oggi, — «fino a successivo provvedimento sulle azioni ordinarie di Banca Mps» —, non sarà consentita l’immissione di ordini senza limite di prezzo. Obiettivo, frenare l’attività speculativa e limitare il rischio di oscillazione troppo elevata di un titolo «sottile», cioè poco liquido e volatile dopo il raggruppamento delle azioni. Ieri, secondo quanto emerge, sarebbero infatti bastati ordini di vendita di piccola taglia «al meglio», cioè senza limite di prezzo, pari a circa 450 mila euro, per bloccare il titolo. E domanda e offerta così non si sono incontrate.
Ieri il ceo Lovaglio ha intanto ricevuto il primo endorsment da parte di Fratelli d’Italia, il primo partito alle politiche. «Abbiamo fiducia in lui, può gestire l’operazione. Ha l’esperienza e può realizzare» l’aumento, ha detto a Reuters Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d’Italia.
La giornata è iniziata con l’esecuzione del raggruppamento delle azioni ordinarie previo annullamento di 87 titoli per consentire la quadratura complessiva dell’operazione senza modifiche del capitale sociale. Il punto di partenza era il prezzo del titolo di venerdì 23 settembre, pari a 0,30 euro diventati 30,52 euro dopo il raggruppamento. Tutti teorici, visto che quello è un valore che Mps ieri non ha mai raggiunto. Oggi il Monte si confronterà di nuovo con il mercato al quale però Borsa Italiana ha imposto un percorso stretto. Secondo alcuni operatori di mercato non si tratterebbe di una situazione anomala per una banca che va verso un aumento — pur garantito per 1,6 miliardi dal Mef, azionista con il 64,2% — che si profila molto diluitivo, visto che il listino valorizza la banca 300 milioni, almeno fino a venerdì. Chi sottoscriverà l’aumento scommette sulla ripresa grazie al rialzo dei tassi ma soprattutto sull’attrattività della banca in vista di una futura aggregazione con un’altra banca italiana e dell’uscita del Mef post aumento. Lovaglio stringe i tempi e continua i sondaggi sul mercato (in questi giorni la bozza del prospetto è all’esame Consob), chiamato a sottoscrivere 900 milioni. Si tratta di contatti che coinvolgerebbero anche investitori come casse e fondi pensione, oltre a quelli internazionali con i nomi dei partner industriali Anima e Axa.