L’idea della segretaria Pd in vista del voto del 23 luglio
di Lorenzo De Cicco
BRUXELLES — “Yo soy Elly”. Mentre era indaffarata a Bruxelles per il vertice del Pse, Schlein ha parlato con Pedro Sanchez, a distanza. Il premier spagnolo era il grande assente al summit dei socialisti, ma scusato: tra meno di un mese si gioca tutto. Il 23 luglio in Spagna si vota, la destra pare avere il vento in poppa. E dato che sarà un banco di prova a cui guardano un po’ tutti, nella famiglia del Pse, Sanchez ha chiesto una mano a qualche collega, via telefono. Anche a Schlein. Intanto un video-messaggio, che lasegretaria delPd ha accettato di fare. E forse, nelle prossime settimane, anche un comizio dalla Spagna. L’idea circola al Nazareno in queste ore. Gli staff ne discutono, incrociando le agende. Con un video o con un comizio vero e proprio, la suggestione è replicare al tormentone di Giorgia Meloni da Madrid: «Yo soy Giorgia, soy una madre, soy cristiana». Era l’ottobre del2021, il palco era appunto quello degli estremisti di destra di Vox. Schlein sposerebbe naturalmente altri toni. A Meloni aveva già replicato da semplice candidata al Parlamento, a settembre: «Sono una donna, amo un’altra donna e non sono una madre. Non per questo sono meno donna». Ma certo l’effetto di un discorso mirato sulle elezioni spagnole avrebbe tutt’altro ritorno mediatico. E significato politico.
Quello di ieri per Schlein era il secondo vertice pre Consiglio europeo a Bruxelles. Ma tra un anno il Pd potrebbe tornare ad essere la prima delegazione per deputati nel gruppo S&D a Strasburgo. A quel punto l’ex attivista di Occupy Pd sarebbe nella cerchia di quelli che danno le carte. Prima però va scongiurato il disegno di Meloni: mettere all’angolo il Pse nella prossima legislatura europea e legare i Popolari con i suoi Conservatori. L’allarme tra i socialisti è suonato anche allo Square Center bruxellese, affittato ieri per il raduno dei leader. «L’estrema destra è in movimento», ha avvertito il presidente del Pse, Stefan Loefven, davanti al cancelliere tedesco Olaf Scholz, al commissario Paolo Gentiloni e a diversi leader socialisti, fra cui Schlein, che poi si è intrattenutacol portoghese Antonio Costa, sempre accompagnata da Provenzano.
Il nocciolo del summit è stato naturalmente la guerra in Ucraina. «Bisogna supportare Kiev ancora di più — ha spiegato Schlein — a seguito degli eventi che in Russia hanno dimostrato la debolezza di Putin», cioè la marcia della Wagner fino a 200 chilometri da Mosca. «Speriamo che questo momento di debolezza di Putin possa farlo ritirare. E speriamo nella missione del cardinale Zuppi». Sulle questioni economiche, Schlein ha insistito sul salario minimo, sul Pnrr «da rendere strutturale » e sul Green deal, «che deve avere un cuore sociale, per accompagnare le fasce più fragili nella transizione ». Questo è lo schema, per la deader Pd. Politico ma anche elettorale: insistere, da sinistra, per tenere insieme green e lavoro, diritti e diseguaglianze, rispettare gli accordi internazionali sul Mes ma anche dire «mai più austerity». Per mettere in luce le contraddizioni della destra, che vuole recitare il ruolo dell’antagonista di un’Europa matrigna.