La democrazia scricchiola non solo negli USA
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5 Novembre 2024La Nota
di Massimo Franco
È anche possibile che i giornalisti abbiano «una fissazione» per i flop sui centri di accoglienza per i migranti irregolari costruiti dal governo in Albania. Lo ha detto ieri con una punta di fastidio la premier Giorgia Meloni, replicando a una domanda. La sensazione, tuttavia, è che l’eventuale «fissazione» sia legittimata dal rosario delle bocciature che la magistratura sta sgranando sui respingimenti; e dall’insistenza con la quale il governo di destra va avanti con i trasferimenti, pur sapendo che sono costosi e a rischio, appunto, di flop. Tanto che viene un sospetto: che Palazzo Chigi e i suoi alleati non subiscano ma vogliano lo scontro con un potere giudiziario pur incline a esagerare nelle motivazioni del «no» ai trasferimenti con un lessico viziato a volte da considerazioni politiche. Anche perché sul piano del diritto il ricorso alla Corte di giustizia europea appare difficilmente contestabile. Perfino l’Ordine degli avvocati penalisti, solitamente poco solidale con la magistratura, ieri si è dissociato dall’accusa del governo ai giudici di prendere decisioni politiche. Ma la linea della coalizione non cambia: anche dopo l’ennesima bocciatura da parte del Tribunale di Catania; e dopo la richiesta di tutela da parte del Csm dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati di Bologna che avevano preso una decisione simile. Da Catania si è osservato che chiedere alla Corte europea di stabilire se un Paese sia sicuro o meno è un dovere: anche perché la legislazione continentale prevale su quella nazionale. Nonostante questo, il conflitto sembra destinato a inasprirsi. Mentre avanza una riforma della giustizia a tappe accelerate, la narrazione è quella di un governo deciso a bloccare l’immigrazione, ma frustrato da un potere giudiziario antigovernativo. «Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi il Paese insicuro è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo!», ha accusato ieri il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. E la sua posizione sembra condivisa dall’intera maggioranza. Si vuole mandare un messaggio all’elettorato: noi manteniamo le promesse. Lo stesso ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ieri ha spiegato di non credere che i trattenimenti possano essere bloccati. «Nel caso ci sono le sedi opportune. Tutte le questioni di diritto sono opinabili nell’ambito giudiziario». Il protocollo Italia-Albania «è un progetto che non può non proseguire». Rimane da capire che cosa significhi, se porta a un conflitto istituzionale ad alto rischio. Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, da Bologna ha additato «l’innsofferenza verso il potere giudiziario» da parte del governo; e stavolta contro i giudici, non contro i pm come in passato. Ma soprattutto, potrebbe delinearsi un preoccupante scontro con l’Europa.