«Sono misure giuste, ma tampone. Siamo 10 anni indietro e ora è dura»
3 Marzo 2023A Siena e Massa il centodestra va in frantumi
3 Marzo 2023Persiani fuori a due mesi dalle Comunali. Ma il Carroccio punterà ancora su di lui
Giorgio Bernardini
MASSA A poco più di due mesi dalle elezioni amministrative, con il centrosinistra che ancora non ha scelto il candidato per tentare di riconquistare il Comune, a Massa il centrodestra esplode in una guerra di voti, accuse e recriminazioni. Giovedì alle 18, in Consiglio comunale, il clamoroso voto che ha affondato il sindaco in carica, il leghista Francesco Persiani. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato insieme con l’opposizione che aveva presentato una mozione di sfiducia, lasciando solo il sindaco e il Carroccio a sostenerlo. Sfiducia approvata, sindaco decaduto e procedure di commissariamento avviate.
Persiani sarà comunque ricandidato dalla Lega, mentre il partito della premier Giorgia Meloni punterà alle imminenti elezioni sull’ex assessore Marco Guidi. La divisione è un’insperata opportunità per il centrosinistra di riconquistare così uno dei tre Comuni capoluogo persi nelle elezioni di 5 anni fa.
Ma il terremoto di Massa rischia di riverberarsi su tutto il voto di questa primavera, quando alle urne andranno anche Pisa e Siena.
La coalizione ha fatto conoscere proprio a Massa il punto più basso in un vortice di tensioni che si alimentano dai giorni delle elezioni politiche di settembre che hanno certificato il sorpasso di FdI sulla Lega. Mancano tre minuti alle 23 di mercoledì sera quando nell’aula del Consiglio comunale si levano applausi e fischi. Il sindaco Persiani è appena stato sfiduciato in Consiglio — 19 a 11 — attraverso il voto al documento presentato dal Pd e dalla Sinistra, che come detto è stato infine sostenuto anche da Fratelli d’Italia e Forza Italia. La mozione, va ricordato, attaccava non solo il sindaco ma l’operato di tutta la giunta, per cui melomani e berlusconiani hanno votato anche contro loro stessi pur di far decadere il sindaco a due mesi dalla fine del mandato. «Un omicidio-suicidio in piena regola», commenta con ironia amara un dirigente nazionale del centrodestra che preferisce non esser citato e che in queste ore sta cercando con grande fatica di ricucire lo strappo con gli alleati.
Ma la crepa pare già larga, con effetti che per il centrodestra toscano potrebbero essere devastanti nei prossimi mesi: è ragionevole pensare che la coalizione unita si possa presentare in ben pochi Comuni al voto di primavera. «Ieri è stata scritta una pagina infame della storia del centrodestra toscano, ma la città non perdonerà i traditori». Le parole di Andrea Barabotti, massese, deputato e responsabile organizzativo della Lega in Toscana, sono inequivocabili. Il voto conferma la rottura del centrodestra in città, innescando la reazione rabbiosa del Carroccio. Che aziona la contromossa di Persiani. «Ritengo incomprensibile che Fratelli d’Italia si faccia dettare la linea politica dalla sinistra e sappiate che da sindaco di centrodestra ho lavorato fino ad oggi per mantenere l’unità della coalizione. A causa di alcuni appetiti personali ciò non è stato possibile», si sfoga il primo cittadino. «Peccato per la nostra città che in questi oltre 4 anni di buongoverno del centro destra ha apprezzato il cambio di rotta e quel cambiamento che i massesi ci avevano chiesto nel 2018. Io — spiega l’ex sindaco — quel patto con i cittadini non l’ho mai tradito e mai lo farò, mentre altri dovranno assumersi le proprie responsabilità politiche di fronte agli elettori, che si sono sentiti presi in giro». Ora si attende la nomina del commissario prefettizio che dovrà innanzitutto approvare il bilancio e gestire l’appuntamento elettorale del 14 e 15 maggio con eventuale ballottaggio il 28 e 29 dello stesso mese.
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