L’amministratore delegato di Alia lascia la partecipata dopo lo scontro sul distacco di 200 dipendenti e l’addio del fedelissimo Mauro
di Azzurra Giorgi
Terremoto nella Multiutility. Alberto Irace, amministratore delegato di Alia, si dimette da direttore generale di Estra Spa, di cui Alia controlla il 40% in virtù di un patto parasociale siglato nel 2023 con Coingas, la partecipata del gas del Comune di Arezzo che a sua volta detiene il 25% di Estra. Le sue deleghe restano in capo all’amministratore delegato Nicola Ciolini, con Irace che mantiene il suo posto in Alia. Così il super manager che sogna l’approdo in borsa della Multiutility, la società nata con l’ambizione di unire le decine di società toscane di energia, acqua, rifiuti e da mesi impantanata, arrovellata intorno a un dibattito su quella quotazione che per il Pd è ora da accantonare, lascia la direzione di Estra, a pochi giorni da quando un suo fedelissimo, Demetrio Mauro, ad di Estra Energie ( la controllata di Estra che vende gas e luce), aveva fatto lo stesso.
La comunicazione è avvenuta durante il cda di Estra « dopo — spiega l’azienda in una nota — aver presentato l’andamento della gestione e la previsione dei numeri di bilancio al 30 settembre 2024 » . Le dimissioni hanno effetto immediato e arrivano dopo un anno in cui la performance del gruppo è migliorata (Ebitda +22%, utile netto +61% rispetto al settembre 2023). Perché allora questa scelta? Irace, nella lettera di dimissioni indirizzata al Cda e ai componenti del collegio sindacale, parla di un «clima di crescente conflittualità tra consiglieri di amministrazione, con particolare riferimento alle divergenze di opinioni sulla struttura di governance del gruppo Estra» e del «perdurare di un costante atteggiamento ostruzionistico e non collaborativo teso a focalizzare l’attenzione del Consiglio unicamente su aspetti di mero formalismo amministrativo e non anche su obiettivi strategici condivisi nel piano industriale». Dissidi interni, insomma, in maniera analoga a quanto aveva spiegato l’azienda dieci giorni fa, quando fu Mauro a comunicare le dimissioni. Dimissioni che peraltro oggi erano all’ordine del giorno del cda di Estra. A pesare allora era stata la vicenda dei circa 200 distacchi di personale daEstra Energie ad Alia: c’erano state polemiche, Estra Energie e Coingas avevano dato mandato ai legali di valutarne la legittimità. Nei giorni scorsi quei distacchi sono stati dichiarati nulli. Mauro si è dimesso.
E ieri Irace avrebbe chiesto al cda un mandato per convocare un’assemblea di Estra Energie e azzerarne il consiglio. Una prova di forza in cui nessuno lo avrebbe seguito, ed ecco allora le dimissioni. Che potrebbero celare anche altro. Ovvero la situazione stessa della Multiutility. Irace vorrebbe andare avanti col suo progetto originale, mentre i soci chiedono di rallentare, di prendersi del tempoper valutare strumenti e componenti, con l’idea di scorporare Publiacqua che rimbalza da settimane. Così da tentare un percorso di ripubblicizzazione: una strada tortuosa, nel 2025 nell’Ato centro è prevista la gara per il rinnovo della concessione e l’idea al momento è che sia bandita col criterio della gestione mista pubblico- privata. Un fatto che ha fatto sobbalzare anche il consigliere fiorentino di Spc, Dimitrij Palagi, che pure aveva fatto un accesso agli atti di Alia, richiesta respinta dal Tar: lui la contesta ( « Non risulta più una controllata del Comune » ), Alia gioisce spiegando che « Alia opera per rispondere alla gestione operativa a beneficio di tutti i soci e gli utenti: la mancanza di un’”influenza dominante” di un unico socio valorizza la condivisione ta azionisti».
È una partita intricata e tormentata. Il 23 ottobre ci sarà la nuova assemblea dei soci della Multiutility. Ma già da settimane, per l’acqua e per la quotazione in borsa di cui è fautore, Irace si trova alle strette. Da più parti c’è chi in questi mesi si è chiesto se mollerebbe nel caso in cui passasse il fronte anti- borsa: « Rumore di sottofondo » aveva definito lui le critiche ricevute. Poi silenzio. Fino alla decisione di ieri.