
Il mondo nell’era Trump: potere imperiale, nazionalismo religioso e guerra permanente
22 Dicembre 2025
The Golden Night – Christmas Musical, portato in Piazza del Campo, non è “una cosa da Siena”. Non perché sia fatto male, ma perché potrebbe stare ovunque.
Siena non è una città che ha bisogno di essere animata. Vive di misura, di sottrazione, di un equilibrio costruito nei secoli. Piazza del Campo è già teatro, già racconto, già rito. Quando la si trasforma in un palco per un format natalizio intercambiabile, non la si valorizza: la si normalizza.
Il musical, con il suo immaginario televisivo e l’emozione pronta all’uso, funziona perché non chiede nulla. È per questo che va bene a Siena come a Follonica. Ma se un evento non ha bisogno della città in cui si svolge, allora è la città a diventare superflua. E Siena ridotta a fondale è una contraddizione in termini.
Le sfere luminose, eleganti e innocue, confermano il punto: simboli generici, astratti, buoni per qualsiasi scenario. Il Campo non viene interpretato, viene occupato. Non parla, fa da sfondo.
Non è una questione di gusto, né di nostalgia. È una questione politica e culturale. Siena funziona quando impone la propria misura, non quando accetta format pensati altrove. Quando rinuncia a questa pretesa, diventa “normale”. Un palcoscenico e basta.
E Siena, normale, non è più Siena.





