Piancastagnaio, Spazzacamino e Befana
7 Gennaio 2025di Pierluigi Piccini
Ho letto con interesse le dichiarazioni di Francesco Michelotti sul finanziamento europeo ottenuto da Rino Rappuoli per la creazione di un polo italiano all’interno della lotta europea contro le pandemie. Sullo sfondo, però, permane la polemica tra l’attuale amministrazione e l’opposizione del Partito Democratico. Il fulcro della discussione politica sembra ruotare intorno ai tempi di realizzazione: ora che il progetto è avviato, il centrodestra rivendica il merito dell’operazione.
Non intendo entrare nel merito della diatriba, che appare complessa e fatta di schermaglie in parte superate dallo stato attuale delle cose. Tuttavia, mi chiedo: cosa nasconde davvero questa polemica? È solo una questione di tempi o riguarda anche il controllo dell’egemonia cittadina? Non parlo solo di quella che si misura con i risultati elettorali, ma di quella più profonda, legata al controllo dei processi economici e sociali.
Se dovessi proporre un giudizio – senza alcuna pretesa di verità assoluta, ma come spunto per una riflessione – direi che il potere intorno al polo biologico, nonostante TLS, non solo non è cambiato, ma si sta rafforzando. Lo stesso vale per i settori legati all’Università, alla medicina e al comparto sociale. Per non parlare della Fondazione Mps, che rimane strettamente intrecciata con alcune parti dell’Università e della ricerca. In altre parole, nonostante la sconfitta elettorale del blocco tradizionale – un risultato che ha dinamiche tutte sue – i centri di potere storici della crisi di Siena sembrano essersi consolidati o addirittura rafforzati.
Un caso a parte è il Monte dei Paschi, che prosegue con una traiettoria autonoma. Va detto, è guidato da una figura competente che sembra distante dalle dinamiche tipicamente senesi. Tuttavia, alcune convergenze tra centrodestra e centrosinistra, soprattutto a livello di relazioni personali, non rappresentano certo una novità per Siena.
Quanto alla Regione, la sua presenza sembra strumentale, richiamata solo perché si avvicinano le elezioni. Bezzini e Gianni hanno criticato il centrodestra con modalità rituali e prevedibili, ma al contempo hanno lavorato per sottrarre il contesto a determinate dinamiche, scegliendo dove e come concentrare l’attenzione.
Ribadisco: il mio obiettivo non è criticare alcuno, ma provare a leggere la realtà in modo diverso rispetto a ciò che appare in superficie, individuando continuità e cambiamenti che plasmano il territorio e ne definiscono forza o debolezza. La mia impressione, però, è che nulla sia realmente cambiato: la situazione è sostanzialmente la stessa, priva di significative novità.
Il mercato del lavoro e il sistema formativo, presi nel loro complesso, rappresentano lo specchio di una realtà stagnante, che fatica a mantenere competitività e a generare prospettive di crescita.