Botta e risposta tra la presidente Soldi e il conduttore dopo la puntata di “Porta a Porta”
di Giulia D’Aleo
Il fermo immagine è diventato virale sui social: mostra lo studio Rai di Porta a Porta, giovedì sera. Si discute di aborto, con Bruno Vespa ci sono cinque ospiti in studio e uno in collegamento da remoto. Tutti uomini. La polemica, nelle ore successive, è subito rimbalzata nei palazzi politici. Tanto da costringere la presidente Rai Marinella Soldi a scrivere a Vespa per richiamarlo sul ruolo del servizio pubblico su un tema così sensibile e che chiama in causa il corpo delle donne. A stretto giro è arrivata la replica del conduttore: «Non può essere insensibile alle presenze femminili chi da direttore del Tg1 affidò a tre donne la conduzione delle 13.30 — scrive Vespa — Al di là della circostanza specifica che credo di aver chiarito,ho ricordato che la reputazione diPorta a Porta nasce dall’ospitare politici molto rappresentativi. Ebbene ci sono solo 5 donne (Pd e M5S) su 18 presidenti, vicepresidenti e presidenti dei gruppi parlamentari dei primi cinque partiti. In ogni caso faremo il possibile per garantire alle donne il ruolo che meritano».
La prima a commentare la puntata di soli uomini è stata la senatrice dem Annamaria Furlan: «Prende forma l’Italia del governo Meloni: un paese in cui c’è posto solo per una donna, la presidente del Consiglio. A tutte le altre sono preferiti gli uomini». Rilancia, sempre dal Pd, la deputata Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari sociali: «È andata in onda la rappresentazione precisa dell’ideologia di governo (e non solo): nessuna donna coinvolta su temi che riguardano la salute riproduttiva femminile e la libertà di scelta. A un certo punto ne hanno messa una, in video: un’ostetrica, ripresa di spalle. E questo è quanto».
Secondo il capogruppo Avs al Senato, Peppe De Cristofaro, componente della Vigilanza Rai, si tratta di «una cosa gravissima, una violazione del codice etico dell’azienda, su cui — anticipa — presenteremo un’interrogazione in commissione di Vigilanza Rai».