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21 Dicembre 2023Stangata Irpef, appello di Giani a Renzi per evitare il patatrac«La legge sul paybackera sua, deve capire»
Il Pd appeso a due voti spera che Italia viva si astenga e poi nel sì al bilancio. La Fiom: pagano sempre i soliti, pronti a mobilitarci
G.G.
Oggi, con ogni probabilità, sarà il giorno in cui il Consiglio regionale voterà l’aumento dell’Irpef per coprire così la voragine creata dal mancato arrivo dei rimborsi del payback dei dispositivi medici. Ma la Toscana è di fronte anche a un bivio politico, che riguarda da un lato i numeri in aula, dall’altro i rapporti tra i due partiti di maggioranza, Pd e Italia viva.
Rapporti tesiIl partito di Renzi, che sta guidando la partita in prima persona, conferma il no all’aumento dell’addizionale Irpef, ma indiscrezioni rivelano che sarebbe comunque pronto a dire di sì alla voto finale sul bilancio (che comprende anche l’emendamento). Il Pd spera quindi che i due consiglieri di Iv escano dall’aula durante la prima votazione, per abbassare il quorum. I dem, infatti, conterebbero su 23 voti su 41, ma tra due consiglieri in malattia e uno dubbioso, non vorrebbero correre rischi. E se il capogruppo Pd, Vincenzo Ceccarelli, si dice certo sul voto compatto del suo partito, al governatore Eugenio Giani sfugge una battuta: «Magari sull’emendamento qualcuno viene chiamato al telefono al momento del voto, ma conto sul sì di tutti sulla manovra complessiva». Giani lancia anche un appello a Renzi: «Chi meglio di tutti può cogliere quanto è amara e ingiusta questa situazione è proprio lui, perché tutto nasce da una legge del suo governo», che nel 2015 istituì il payback dei dispositivi medici.
Le cifreL’emendamento prevede l’esenzione dall’aumento Irpef per i redditi sotto i 28 mila euro lordi, un aumento dall’1,68% al 3,32% per i redditi fino a 50mila e un aumento dall’1,73% al 3,33% per quelli sopra i 50mila. Chi guadagna 35mila euro pagherà 114,84 euro in più all’anno, chi ne prende 50mila 360,84 in più, chi ne prende 100mila 1.160,76 in più. Stefano Scaramelli (Italia viva) in aula ha chiesto al Pd di ritirare il provvedimento, perché «darebbe un alibi alle aziende dei dispositivi medici e al governo per non versare i rimborsi del payback», ma ha anche aggiunto di essere pronto a mitigare i toni se ci sarà «una rimodulazione delle aliquote», perché sotto i 50mila euro l’aumento è del 97,6%, mentre sopra i 50mila è del 92,5%: «Un provvedimento antiprogressivo». Giani invece ha spiegato che vorrebbe cancellare l’aumento dal 2025, ma ha promesso solo che «dal prossimo anno rivedremo al ribasso le aliquote: non sappiamo mai quante risorse ci arriveranno dal governo, è sempre tutto aleatorio».
Il Pd e le impreseGiani, che torna a chiedere a Roma di approvare la proposta di legge per alzare la quota del Fondo sanitario nazionale al 7,5% del Pil (oggi è un punto in meno), tuona contro la decisione dell’esecutivo di non coprire il mancato gettito del payback (che è fermo all’esame della Consulta, ma che il governatore pretende da Roma perché garantito per legge). Tuttavia il presidente delle Pmi sanità, Gennaro Broya de Lucia è perentorio: «Se anche la Consulta smentisse il Tar, mandando sul lastrico centinaia di aziende, quei soldi non arriverebbero comunque. Dunque come si può sperare di incassarli insieme a nuove richieste?». E se il segretario regionale Pd, Emiliano Fossi, parla di «un pervicace accanimento da parte del governo contro questa Regione, come ha dimostrato la vicenda dell’alluvione» e dice che «l’aumento dell’Irpef è di fatto una Meloni tax», il governatore gli fa eco: «Gli indizi diventano una prova. Ma noi non vogliamo tagliare i servizi sanitari, a costo di prendere una strada sgradita e impopolare».
Fuochi incrociatiIn aula, Marco Stella, di Forza Italia, lancia un controemendamento per «annullare in toto, senza compromessi o mediazioni, l’inaccettabile aumento di 200 milioni di euro dell’addizionale Irpef». «Il Pd scrive un nuovo capitolo di strumentali attacchi al Governo Meloni, quello del vittimismo», tuona Fabrizio Rossi, di Fdi, sulla stessa linea Elena Meini (Lega) che, accusa Giani di essere «campione dello scaricabarile». Fuori dal Consiglio, la Cisl torna a dire di no alle tasse e annuncia iniziative su tutto il territorio. Ma per il Pd, l’attacco inatteso arriva da Daniele Calosi della Fiom Cgil Firenze: «Pagano sempre i soliti. Perché non si è pensato all’aumento dell’Irap? O a un super bollo sulle auto di lusso? Se sarà confermato la Fiom è pronta a mobilitarsi per contrastare un provvedimento ingiusto e scorretto».
(ha collaborato Giorgio Bernardini)