The Rolling Stones – Anybody Seen My Baby
7 Giugno 2023Scandicci, giro di vite contro i “bassi”. E ora un “caso Firenze”
7 Giugno 2023Nardella: vogliamo che chi affitta ai turisti più di due appartamenti venga considerato impresa
Giulio Gori , Mauro Bonciani
Palazzo Vecchio va avanti con il pacchetto di misure per limitare i nuovi affitti brevi nell’area Unesco ed azzerare l’Imu per tre anni a chi si converte ad affitti più lunghi. Il vertice con il ministro del turismo Daniela Santanchè non ha convinto il sindaco Nardella a ritirare le delibere che sta preparando. Santanchè ha convocato i sindaci delle città metropolitane, dopo aver incontrato gli host e gli albergatori, per un vertice sugli affitti brevi turistici. Un vertice «costruttivo», sottolineano da Palazzo Vecchio, ma che non cambia per adesso le carte in tavola e soprattutto che non ha visto accolta la richiesta di estendere il «modello Venezia» alle altre città d’arte, cioè il tetto di giorni (120) di affitti brevi dopo il quale l’attività diventa di impresa, con regole diverse e più tasse.
Secondo Nardella, c’è stata «una larghissima valutazione delle amministrazioni locali della necessità di realizzare un testo normativo più incisivo ed efficace». Bene la novità del codice identificativo per chi affitta, ma la richiesta è di «lasciare le amministrazioni libere di decidere in quali zone della città poter limitare o vietare gli affitti turistici brevi». «Abbiamo presentato la proposta di sostituire al criterio delle notti minime il criterio del numero massimo di appartamenti che un soggetto può affittare senza essere impresa, numero che oggi è quattro e che vorremmo abbassare a due», aggiunge il sindaco. E poi l’assicurazione: «Per quanto ci riguarda, manteniamo in piedi il pacchetto di misure urbanistiche tese a favorire la residenza e a limitare la rendita parassitaria, ed equilibrare il fenomeno degli affitti turistici brevi. Stiamo lavorando anche con altre amministrazioni — conclude Nardella — E confermo che se la norma che è in preparazione del ministero dovesse soddisfare le esigenze della nostra città, rivedremo o anche a ritireremo i nostri provvedimenti». I prossimi passi, dicono i sindaci, sono una nota alla ministra da parte delle Città metropolitane e una nuova bozza da parte del ministero. Nella tarda mattinata di ieri, si è tenuto l’altro vertice organizzato dal ministro Santanchè, quello con i rappresentanti degli albergatori, degli host, dei property manager (che a differenza degli host gestiscono case di proprietà altrui) e dei proprietari. Due fronti opposti, con da un lato gli albergatori che hanno definito «insufficienti» sia la bozza di riforma nel suo complesso, sia il limite a un minimo di due notti per poter soggiornare negli Airbnb dei centri storici, chiedendo di aumentarlo.
Dall’altro lato, in un clima di tensione, il mondo delle locazioni brevi ha invece ribattuto che lo stop per i pernottamenti di una notte è sbagliato e che un eventuale aumento «significherebbe uccidere il settore», per dirla con Marco Celani, presidente di Aigab, l’Associazione italiana gestori affitti brevi, e Ad di Italian Way, una sorta di portale Airbnb per i viaggi d’affari. «Giudichiamo positivamente la bozza — prosegue Celani — E in molti non colgono l’importanza in termini di contrasto agli abusivi del codice identificativo senza il quale non si potrà essere prenotabili online. In Grecia, quando l’hanno introdotto hanno cancellato in un istante 17 mila annunci». Sullo stop che Firenze vuole imporre ai nuovi Airbnb, Celani commenta: «Quella del sindaco Nardella è una posizione insostenibile, un Comune non ha il potere per fare questo tipo di norme. Anche per questo è importante una legislazione nazionale, per impedire che tanti piccoli caudillos locali possano decidere ognuno a modo loro».
https://corrierefiorentino.corriere.it/