Il Punto 01/08/2023
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2 Agosto 2023
Oggi il corteo in ricordo della bomba di 43 anni fa. Per il governo il ministro Piantedosi. Rischio proteste
Marco Madonia
Bologna Il primo 2 Agosto del governo Meloni è cominciato con un giorno d’anticipo. «In sede giudiziaria è stata accertata la matrice neofascista della strage», ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla vigilia del 43esimo anniversario della strage alla stazione di Bologna che costò la vita a 85 persone con oltre 200 feriti. Il ministro ha provato così a chiudere le polemiche con l’Associazione dei famigliari delle vittime che l’avevano accusato «di aver fornito un assist ai terroristi». La questione era nata dall’istanza degli avvocati dell’ex Nar Gilberto Cavallini che avevano richiesto l’annullamento della condanna di primo grado perché quattro giudici popolari avevano superato il limite dei 65 anni previsto dalla legge. Il ministro durante un question time aveva citato una sentenza delle sezioni unite di Cassazione favorevole alla tesi della difesa facendo infuriare i famigliari delle vittime.
Nella nota di ieri Nordio ha provato a chiudere il caso. «È stato chiarito che il requisito dei 65 anni, come età massima dei giudici popolari delle Corti d’Assise, deve sussistere soltanto al momento della nomina. Le preoccupazioni di Bologna devono essere fugate in via definitiva — ha scritto il ministro —. La strage è una ferita aperta per tutto il Paese e solo una verità senza zone d’ombra può portare ad un’autentica giustizia».
Parole che, però, non sono bastate ai famigliari. «Nordio ha detto una falsità, bastava che chiedesse scusa dicendo che si era sbagliato — è la replica di Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei famigliari delle vittime —. Non cambio una virgola di quello che ho detto e ripeterò queste cose anche in piazza. Questo anniversario è carico di speranza grazie ai processi in corso a Cavallini e Bellini condannati all’ergastolo in primo grado. Ma anche di inquietudine per il clima politico e culturale. Dalle parti del governo assistiamo a manifestazioni sgradevoli di amici dei terroristi o quantomeno in sintonia con i loro interessi». La strage di Bologna resta un nervo scoperto per alcuni ambienti della destra italiana che hanno sempre contestato la matrice neofascista e le condanne agli ex Nar, Francesca Mambro e Valerio Fioravanti. Oggi, in rappresentanza dell’esecutivo, ci sarà il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, già prefetto sotto le Due Torri. La presenza del ministro è stata definita «sgradita» dal gruppo Nodo Antifascista che insieme al sindacato di base annuncia contestazioni. Proprio per evitarle, la cerimonia negli ultimi anni ha subito alcuni cambiamenti. Il rappresentante del governo parla solo in Comune e non più in piazza. Così farà anche Piantedosi che incontrerà i famigliari nel Cortile d’Onore del Comune insieme al sindaco Matteo Lepore e al presidente della Regione, Stefano Bonaccini. È già stata annunciata la partecipazione della segretaria del Pd Elly Schlein e di Patrick Zaki, rientrato da una settimana in città dopo aver ricevuto la grazia dal presidente egiziano. Alle 8.50 il corteo dei famigliari con la gerbera bianca al petto, di cittadini e istituzioni partirà verso la stazione, incontrando nel percorso i «sampietrini della memoria» su cui sono incisi i nomi e le età delle 85 vittime. Alle 10 nel piazzale è in programma l’intervento di Bolognesi.
Alle 10.25, ora dello scoppio della bomba, il triplice fischio della locomotiva segnerà il minuto di silenzio; poi le conclusioni con il sindaco. A seguire, la deposizione delle corone nella sala d’attesa e al cippo del ferroviere Silver Sirotti. Alle 11.25 partirà il convoglio straordinario per San Benedetto Val di Sambro a ricordo degli attentanti del treno Italicus e del rapido 904 Napoli-Milano. Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ricorderà in Aula l’anniversario della strage. In piazza a Bologna è atteso Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture e plenipotenziario di FdI in Emilia-Romagna. «Come quasi tutti gli anni sarò presente». Sulle critiche al governo di Bolognesi, Bignami si è limitato a dire: «Conosciamo Bolognesi, la persona che è e la testimonianza che porta. L’ultima volta che ci ho preso un caffè non mi è sembrato così preoccupato».