Il rettore intensifica il dialogo con l’ex assessora Cecilia Del Re e giovedì lancerà l’associazione “ 11 Agosto” da cui nascerà la sua lista
di Ernesto Ferrara
Strappi inattesi. Incredibili flirt. Riappacificazioni che ora tremano. A meno di 5 mesi dal voto la partita di Palazzo Vecchio una pazza settimana di discese in campo, contraeree e sorprese infiamma la scena politica. E non più solo nel centrosinistra ma a sinistra del Pd. Dopo mesi di dialogo con la possibile super coalizione sinistra- 5Stelle alla gauche dei dem promossa da Tomaso Montanari sul modello di quella già in campo a Livorno ed Empoli, Dimitri Palagi rompe l’asse con il rettore dell’Università per stranieri di Siena e scende in campo annunciando la sua candidatura a sindaco.
Giacca blu, spilla con la falce e martello, il consigliere- castigatore della giunta Nardella si presenta ieri ai giardini di via Maragliano intitolati ai morti per mano razzista Samb Modou e Diop Mor con le liste che lo sosterranno: Rifondazione Comunista, Possibile, Potere al Popolo, Sinistra in Comune.
Non c’è la Firenze Città aperta che rimane con Montanari e non c’è nemmeno Sinistra Italiana che è invece alla corte del Pd: «Montanari è un importante punto di riferimento per i nostri mondi. Aspettiamo che ci sia una proposta sua. La mia candidatura non è una chiusura, siamo aperti a ogni interlocuzione. Certo è che non si può arrivare ad annunciare i nomi a ridosso del voto» dice Palagi aprendo a Sinistra Italiana: « Che ci fanno col Pd a prendere schiaffi? » . Ritirarsi di fronte ad un candidato unitario? « Se ci pensassi che senso avrebbe essere qui oggi?» fa spallucce Palagi annunciando un programma che prevede bus gratuiti, censimento degli alloggi privati sfitti, sicurezza e salario minimo a 10 euro per i dipendenti comunali. Contrariato sceglie il silenzio Montanari, che più volte negli ultimi giorni ha tentato di far desistere Palagi per evitare frammentazione a sinistra. Il Pd pensa già a Palagi come ad un interlocutore all’eventuale ballottaggio. « Contiamo che Dimitri e i suoi rientrino » si fa invece sapere dal fronte Montanari. Probabilmente formalizzando la corsa Palagi conta di avere ora in ogni caso più potere contrattuale al tavolo dell’eventuale coalizione a sinistra. Al netto delfatto che non si sa chi ci sarà.
Forte dei suoi rapporti con Conte (che gli avrebbe dato l’ok a lavorare a Firenze su un “ modello Campi”), Montanari continua a ritenere di poter portare dentro i 5 Stelle fiorentini, dove però l’ala che fa capo a Lorenzo Masi teorizza la necessità di correre soli al primo turno.. E giovedì lo storico dell’arte farà il primo passo annunciando la nascita di una nuova associazione – nome evocativo: “ 11 Agosto”, la Liberazione di Firenze – che sarà poi il seme della lista civica da lui guidata. Il disegno di Montanari rimane ancora quello di non fare il candidato sindaco madi trovare un nome che unisca sinistre e 5 Stelle. Il fatto clamoroso in questo scenario è che a dispetto di ogni pronostico prosegue serratissimo il dialogo tra il rettore e Cecilia Del Re, l’ex assessora di Nardella che non ha ottenuto dal Pd le primarie, ne è uscita e adesso incalza la candidata dem Sara Funaro sulla discontinuità e sull’addizionale comunale Irpef. L’ipotesi di un asse Montanari-DelRe continua a rimbalzare: il contestatore più radicale delle politiche urbanistiche fiorentine che si allea con l’assessora all’urbanistica fino a marzo? Necessità molto realpolitik alimentano la suggestione. Chi farebbe, nel caso, il candidato sindaco? Del Re domani dovrebbe rendere noto il suo simbolo, il giorno dopo Montanari l’associazione: due colpi di “benvenuto” per Funaro che venerdì 19 si presenta ai fiorentini al Palacongressi. Anche i renziani ormai ritengono l’asse Montanari- Del Re plausibile: «E sarebbe un bene. Cecilia a sinistra. Stefania ( Saccardi, ndr) al centro. Funaro nel mezzo. La vedo bene per Nardella » dice un autorevole esponente di Iv mettendo di colpo in discussione l’idea di un accordo ormai imminente tra Iv e Funaro e senza celare un certo disappunto per il traccheggiare di Del Re, che con Renzi sta ragionando di primarie dell’area riformista da più di un mese ma ancora non si decide. Qualcuno ora ipotizza che il disegno delreiano sia quello di continuare a gettare esche nel mondo progressista per poi tentare una sfida “ da sinistra” alle primarie contro Saccardi. «Dividerci aiuta la destra» continua ad avvertire Funaro.