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17 Settembre 2022VENEZIA — Gli piaceva girare con la sua Vespa, aveva compiuto 18 anni a inizio agosto, sognava la patente. Voleva concludere la scuola e trovare un lavoro. Ieri, poco dopo le 17, Giuliano De Seta è morto schiacciato da una lastra di metallo di un paio di tonnellate nell’azienda Bc Service di Noventa di Piave. Stava concludendo la seconda di tre settimane di stage avviate con la sua scuola, l’istituto tecnico Da Vinci di Portogruaro.
Il ragazzo, originario di Ceggia, un piccolo paese del Veneto orientale, frequentava la classe quinta, indirizzo elettronico ed elettromeccanico. Voleva mettere in pratica quello che aveva studiato, essere pronto, una volta concluso l’anno scolastico, a entrare nel mercato del lavoro. A questo doveva servire la sua presenza in azienda. La Bc Service è un’azienda che opera nel settore meccanico e idraulico e si occupa, tra le altre cose, di saldatura e realizzazione di stampi. Il 18enne, nel tardo pomeriggio di ieri, è stato investito da una lastra di metallo, poggiata su un carro ponte che gli ha schiacciato le gambe mentre lui era intento a provare un macchinario. I primi a intervenire sono stati gli operai dell’azienda, i soccorsi da parte dei medici del Suem non sono serviti.
Come sia stato possibile che lostudente, durante uno stage, si trovasse in una situazione di pericolo, è quanto stanno cercando di capire i carabinieri di San Donà e i tecnici dello Spisal. Anche per appurare se, in quel momento, si trovasse da solo in quella parte dell’azienda, come risulta dai primi accertamenti. Dopo essere stati informati, i genitori del ragazzo, Enzo De Seta e Antonella Biasi, sono corsi davanti ai cancelli della fabbrica. «Per me il mondo è finito», le uniche parole del padre. Davanti alla Bc Service anche lapreside dell’Istituto Da Vinci: «Sono anni che organizziamo questi stage, i ragazzi sono formati, preparati, le aziende scelte con criterio. Il ragazzo aveva iniziato il suo percorso, gli mancava solo una settimana, non riusciamo a capire. Non dovevasuccedere, siamo disperati».
«Un ragazzo non può entrare in un’azienda per imparare un lavoro e non uscire più», le parole di Mirko Marin, il sindaco di Ceggia, il paese di poco più di 6 mila persone dove abita la famiglia del ragazzo, che lascia anche un fratello minore, e dove si conoscono tutti. È il secondo caso di infortunio mortale durante uno stage, nel Nordest, e il terzo in Italia, nell’arco di pochi mesi. Lo scorso gennaio Lorenzo Parrelli, 18 anni, era rimasto schiacciato da una putrella di acciaio alla Burimec di Lauzacco di Pavia di Udine, l’azienda dove stava svolgendo il tirocinio. Ieri sera è accaduto di nuovo, a meno di un’ora d’auto di distanza. A febbraio invece un ragazzo di 16 anni, Giuseppe Lenoci, originario di Monte Urano (Fermo), era morto in un incidente stradale nelle Marche: era a bordo di un furgone di una ditta di termo-idraulica nella quale, anche lui, stava facendo uno stage.
«Non può succedere. Non deve succedere», ha scritto in un tweet il segretario dem, Enrico Letta. La Rete degli Studenti Medi, che si prepara a manifestare, attacca: «Da sempre sottolineiamo la totale insicurezza del mondo del lavoro e deglistage scolastici, vanno aboliti».