matteo indice
genova
Secondo i magistrati un sistema di potere ha indirizzato per anni, con responsabilità e azioni diversificate in un cronico intreccio di tangenti e favori, alcune delle operazioni politico-amministrative più importanti avvenute in Liguria: in primis la mega-concessione per gestire fino al 2051 il Terminal Rinfuse, uno dei principali del porto genovese, e poi il via libera all’espansione dei supermercati Esselunga e la riconversione d’un pezzo di litorale nel Savonese.
Al vertice della consorteria, secondo il tribunale di Genova, c’erano il presidente della Regione Giovanni Toti (rieletto nel 2020 alla guida d’una coalizione di centrodestra), l’ex numero uno dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini (dal 2023 ad della multiutility Iren) e l’imprenditore Aldo Spinelli, ex presidente del Genoa e del Livorno calcio. Sono in arresto con l’accusa di corruzione, su ordine della giudice dell’indagine preliminare Paola Faggioni che ha disposto il carcere per Signorini, mentre per Toti e Spinelli sono scattati i domiciliari. Una misura interdittiva è stata invece emessa per il manager Esselunga Francesco Moncada, marito di Marina Caprotti (non inquisita e figlia di Bernardo, creatore dell’impero dei supermercati), accusato d’aver pagato tangenti a Toti. «Il governatore – scrive la gip – in occasione e in concomitanza di ciascuna delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite nell’arco temporale dell’indagine… ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti e reiterando il meccanismo».
Politici, manager e sindacalisti
Nell’inchiesta coordinata in più fasi da cinque pm, tra cui il procuratore capo di Genova Nicola Piacente, ci sono numerose persone iscritte sul registro degli indagati. Tra i principali inquisiti, oltre a Toti, Signorini e Spinelli, figura l’attuale capo di gabinetto della Regione Matteo Cozzani, ai domiciliari per corruzione e sospetto voto di scambio con aggravante mafiosa, addebito mosso anche nei confronti del governatore, dei consiglieri regionali Stefano Anzalone e Domenico Cianci e del consigliere comunale genovese Umberto Lo Grasso (ai quattro politici non è contestata l’aggravante mafiosa). Nell’opinione dell’accusa si sono variamente accordati con gli esponenti di famiglie vicine alla criminalità organizzata della Valpolcevera, hinterland di Genova, per ottenere un pacchetto di preferenze. E i referenti sono stati Arturo e Maurizio Testa, rappresentanti della comunità riesina (anche) in Liguria oltre che esponenti di Forza Italia in Lombardia: la Procura li considera terminali del clan Cammarata, appartenente al mandamento di Riesi. Legato ai Testa, e ai Cammarata, è ritenuto inoltre Venanzio Maurici, già sindacalista Cgil e interlocutore di Anzalone, che ha da ieri l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Non solo. Contestualmente al blitz di Genova è andato in scena un intervento analogo in provincia della Spezia, dove gli inquirenti hanno messo nel mirino gli affari a loro parere fuorilegge proprio di Cozzani. Prima di diventare uno dei principali dirigenti regionali è stato infatti sindaco di Porto Venere e, insistono i pm, ha favorito in più circostanze i familiari, in particolare il fratello Filippo, finito a sua volta ai domiciliari. Lo stesso provvedimento ha colpito gli imprenditori Raffaele e Mirko Paletti. Nel filone spezzino risultano poi inquisiti Saverio Cecchi, presidente di Confindustria nautica e vertice della società che organizza il Salone nautico di Genova, e Alessandro Campagna, direttore commerciale della kermesse. A parere dell’accusa hanno favorito Filippo Cozzani in un appalto del Salone (la fornitura di acqua in brick da parte della sua azienda “Bevilà”) dopo che il fratello Matteo aveva aumentato il contributo pubblico alla manifestazione (da circa 400 mila a 780 mila euro).
Le mazzette e i regali
Il segmento d’indagine più rilevante, per il valore delle poste in gioco, è quello sulla presunta corruzione di Toti e Signorini compiuta da Spinelli. I pagamenti di quest’ultimo al governatore sono transitati attraverso il Comitato Giovanni Toti. E però non si tratta di sostegni «in chiaro». Una serie d’intercettazioni, compiute dalle Fiamme Gialle spesso sullo yacht di Spinelli, dimostrano secondo la Procura che quegli stanziamenti erano legati a specifici interventi del politico per favorire l’impresario. In particolare alle pressioni (dirette e indirette) esercitate affinché il Comitato portuale votasse, nel 2021, la proroga d’un trentennio della concessione per gestire il Terminal Rinfuse, rinnovata alla società composta da Gruppo Spinelli (55%) e da Msc (45%). La delibera che ratifica l’ok a Spinelli è del 2 dicembre 2021 e a distanza di pochi giorni, l’8 e il 9, l’imprenditore accredita sui depositi totiani 40.000 euro. Altri trasferimenti avvengono successivamente.
Le tangenti di Spinelli all’imprenditore sono servite anche per sbloccare altre partite, «come la concessione delle aree Enel, la pratica del tombamento di Calata Concenter… e poi l’occupazione abusiva dell’ex Carbonile». Simbiotico era il rapporto con l’ex presidente del porto Signorini. Secondo i militari del nucleo di polizia finanziaria, è stato corrotto con una mazzetta da 15.000 euro e il pagamento di gioielli e soggiorni trascorsi in suite da 2.500 euro a notte. Tutto a carico di Spinelli, come le fiches per il casinò di Montecarlo e la carta di credito che di nuovo Signorini ha usato in un viaggio a Las Vegas. Un’interdizione dalla carica è arrivata in questo filone per Mauro Vianello, presidente dell’Ente Bacini.
La spiaggia sognata da Ronaldo
Un’altra partita cruciale ha riguardato l’intervento della Regione per favorire Aldo Spinelli e il figlio Roberto (indagato) nell’operazione immobiliare compiuta alle ex Colonie bergamasche nel Comune di Celle Ligure (Savona) attraverso la società Punta dell’Olmo, che ha lì realizzato una residenza di lusso entrata a un certo punto pure nei radar di Cristiano Ronaldo. L’interessamento di Toti, secondo i pm, ha permesso che una parte di spiaggia, sotto il controllo del Demanio regionale, fosse concessa in via esclusiva al residence realizzato da Spinelli, il quale a stretto giro ha foraggiato il Comitato del governatore.
Le campagne di Esselunga
Un capitolo riguarda i favori di Esselunga a Toti. L’obiettivo della società era consolidare l’espansione in Liguria con due supermercati a Sestri Ponente e a Savona. Le tangenti, per l’accusa, si sono materializzate sotto forma di campagne di pubblicità politica, fatturate come ordinarie inserzioni commerciali dall’emittente tv Primocanale, il cui editore Maurizio Rossi risulta indagato per finanziamento illecito. Toti e Cozzani per gli inquirenti «hanno accettato la promessa di Moncada d’un finanziamento illecito». E questo era rappresentato «dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari nel pannello esposto (da Primocanale, ndr) sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del 2022, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche Esselunga pendenti in Regione».