Bruno Ruffilli
Forse Elon Musk e Mark Zuckerberg davvero si sfideranno su un ring o un tatami, come hanno promesso. Ma per ora la lotta è sugli app store: da due giorni, infatti, è disponibile Threads, il nuovo social network di Meta che punta a prendere il posto di Twitter.
Nelle prime sette ore dalla pubblicazione lo hanno installato dieci milioni di persone, salite a 30 milioni nel pomeriggio italiano: al momento si può scaricare in un centinaio di Paesi, ma non nell’Unione Europea, dove l’azienda di Menlo Park deve fare i conti con una multa da 1,2 miliardi di euro per aver violato le norme della GDPR sul trasferimento dei dati degli utenti della Ue all’estero.
E non sarà facile nemmeno per la pubblicità: al momento su Threads non c’è, ma, come ha confermato il responsabile di Instagram, Adam Mosseri, inserirla non sarà un problema.
Com’è fatto
Threads è una piattaforma di microblogging, dove si possono postare messaggi lunghi fino a 500 caratteri, link, foto, video fino a 5 minuti. Il feed principale dell’app mostra i post (che qui si chiamano “thread”) dagli account seguiti, insieme agli account consigliati dall’algoritmo di Instagram. È possibile ripubblicare un thread così com’è o aggiungendo un commento e le repliche sono presentate in primo piano nel feed principale.
Threads è una piattaforma di microblogging, dove si possono postare messaggi lunghi fino a 500 caratteri, link, foto, video fino a 5 minuti. Il feed principale dell’app mostra i post (che qui si chiamano “thread”) dagli account seguiti, insieme agli account consigliati dall’algoritmo di Instagram. È possibile ripubblicare un thread così com’è o aggiungendo un commento e le repliche sono presentate in primo piano nel feed principale.
Non ci sono gli hashtag, non ci sono i messaggi privati, per ora i thread non sono modificabili una volta pubblicati, ma in compenso è facile condividerli su altre piattaforme. E soprattutto, per iscriversi bastano una decina di secondi, a patto di avere un account Instagram: il nome utente sarà lo stesso, la spunta blu (per chi ce l’ha) verrà trasferita istantaneamente e gratuitamente. Tutti i contatti di Instagram saranno avvertiti del nostro arrivo, e potremmo anche seguire automaticamente quelli che seguiamo sull’altro social network. La mossa di legare Threads a Instagram e non a Facebook è molto saggia, perché apre a un pubblico più giovane e più incline a condividere contenuti apprezzati dai giovani.
Chi ha meno di 16 anni (o meno di 18 anni in alcuni Paesi) si ritroverà automaticamente il profilo impostato come privato. È possibile controllare chi può menzionarci o rispondere ai nostri post. Come su Instagram, si possono filtrare le risposte contenenti parole specifiche, si può smettere di seguire, bloccare, limitare o segnalare un profilo. Tutti gli account bloccati su Instagram lo saranno anche su Threads.
Perché proprio ora
La somiglianza con Twitter è evidente, ed è altrettanto chiaro perché Threads sia arrivato proprio ora, con qualche settimana di anticipo sulla data prevista per il lancio: la delusione per come Musk sta gestendo il suo social network è crescente, e la recente decisione di limitare a 600 i tweet visibili agli utenti standard è stata molto criticata. Una misura temporanea, per evitare che strumenti di intelligenza artificiale si allenassero su Twitter, ha spiegato l’azienda. Sarà, ma intanto, tra malfunzionamenti, fake news in crescita, utenti fasulli che si spacciano per veri perché bastano 8 dollari per avere la spunta blu, Twitter oggi è un luogo assai diverso da quella piattaforma per la libertà di espressione che Musk aveva promesso quando acquistò Twitter per 44 miliardi di dollari il 27 ottobre dello scorso anno. Anzi, secondo una recente ricerca dell’associazione americana Glaad, tra tutti i social network, è quella che meno tutela i diritti e l’immagine delle persone lgbtq+. Non stupisce, visto che Musk stesso non pare così interessato al tema.
Non che a Menlo Park siano messi benissimo: a parte la lunga storia di flop (il servizio di dating, il marketplace, la moneta elettronica Lybra, i dispositivi Portal), c’è la grande incognita del Metaverso, che finora è solo un colossale buco nel bilancio, da sanare con decine di migliaia di licenziamenti. Ma chissà che stavolta non vada meglio: Instagram ha 2 miliardi di utenti attivi, Twitter circa un quarto, e così Zuckerberg potrebbe riuscire dove altri social come Hive, Bluesky e Mastodon hanno fallito. Anzi, con Mastodon potrebbe aprirsi una collaborazione proficua, dal momento che le due piattaforme sono interoperabili e basate su una struttura decentralizzata.
Abbiamo provato Threads scaricandola dall’App Store americano: si respira aria fresca, si sente energia e voglia di costruire nuove comunità. E se le aziende ancora sono poche, i vip non mancano: c’è Shakira, il Dalai Lama, Arnold Schwarzenegger, perfino i Doors. Elon Musk, no, almeno per ora.