Rhapsody In Blue: Gershwin
18 Febbraio 2024Biden e Trump, emblemi delle due americhe
18 Febbraio 2024Lucca La Fondazione Ragghianti svela la passione inedita del maestro Non un semplice amatore, ma un conoscitore del mezzo e delle tecniche
Simone Dinelli
Quasi novanta scatti originali per svelare un aspetto inedito di Giacomo Puccini, sconosciuto ai più: la sua passione per la fotografia. Nasce con questo obiettivo la mostra Qual occhio al mondo – Puccini fotografo , da poco inaugurata nel complesso di San Micheletto a Lucca e che resterà aperta al pubblico ad ingresso gratuito fino al 1 aprile.
Porta la firma della Fondazione Ragghianti in collaborazione con la Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini di Torre del Lago e il Centro studi Giacomo Puccini di Lucca, e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Curata Gabriella Biagi Ravenni, Paolo Bolpagni e Diana Toccafondi, l’esposizione viene presentata nell’anno in cui ricorre il centenario della morte del celebre compositore lucchese. A darle vita sono materiali conservati nell’Archivio Puccini di Torre del Lago, e in piccola parte provenienti da altri fondi: un percorso affascinante che permette di osservare il mondo attraverso l’obiettivo del Maestro. Nella prima sezione ci sono i luoghi abitualmente frequentati da Puccini: le foto spaziano da Torre del Lago a Chiatri, per arrivare a Boscolungo e Ansedonia, con una particolare attenzione alle dimore pucciniane. Esposta una selezione di scatti originali, insieme a un album creato dal compositore: a questi si sommano altre immagini inedite, digitalizzate e riprodotte. La seconda sezione è invece dedicata ai viaggi di Puccini in Europa, nel continente americano e in Egitto, e qui spiccano panorami, popolazioni e traversate in mare.
«Sono immagini che denotano una padronanza del mezzo fotografico notevole — spiega il direttore della Fondazione Ragghianti e co-curatore Paolo Bolpagni — All’epoca era molto complesso fare una fotografia. Puccini aveva appreso le tecniche. Con le ricerche per questa mostra ci siamo affidati a una specialista, Eugenia Di Rocco, che ha analizzato le tecniche usate per ciascuna foto. Predomina l’aristotipia, ma anche le gelatine ai sali d’argento su carta baritata, le albumine. Predomina il formato panoramico. Puccini, e lo capiamo dalle lettere, possedeva più di una macchina fotografica ma una se n’è conservata nella villa museo a Torre del Lago, e quella è esposta con tanto di orgogliosa targhetta fatta apporre dal maestro stesso. Una Kodak panoramica entrata in produzione nel 1899». Secondo gli esperti, questo tipo di apparecchiatura veniva utilizzato, sia dai fotografi amatoriali che professionisti, per scattare fotografie di misura 88 per 303 millimetri in orizzontale. Puccini invece si trovò a scattare immagini anche verticali: una chiara prova della sua effettiva bravura nel cimentarsi nella fotografia. Un’ulteriore sezione pone infine in rilievo i ritratti del compositore (scattati quindi da altri) e le fotografie che riguardano la dimensione privata dell’artista nella quotidianità e insieme ai suoi familiari.
https://corrierefiorentino.corriere.it/