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11 Ottobre 2024I debiti accumulati e gli ostacoli al Biotecnopolo, lascia il presidente. Al suo posto l’ex rettore Frati?
Aldo Tani
Siena Il passo indietro è stato annunciato venerdì scorso al termine del Consiglio di amministrazione. La decisione però era maturata mesi prima. Fabrizio Landi non è più il presidente di Toscana Life Sciences. A renderlo noto è stata l’azienda, esprimendo «il più sentito e sincero ringraziamento per l’impegno e per il significativo contributo professionale e umano prestato».
Landi guidava l’incubatore delle Scienze della vita dal maggio 2014. In corrispondenza dell’ascesa al governo di Matteo Renzi, del quale era stato uno dei principali sponsor per la Fondazione Open, partecipando anche ad alcune edizioni della Leopolda. Alla società di Strada del Petriccio però ci vuole un po’ per ingranare le marce alte, ma l’occasione arriva con la pandemia. Rappresentata dagli anticorpi monoclonali, che avrebbero dovuto essere una risposta al Covid. I vaccini ancora erano lontani e la scoperta, sotto l’intuizione di Rino Rappuoli (a capo della divisione Mad Lab), sembrava essere una via di fuga dall’incubo.
La politica, in modalità bipartisan, brindava così all’eccellenza italiana. Restava da trasportare il progetto sul campo, con l’applicazione pratica sul campo. «Questione di mesi», ripetevano allora i dirigenti. I mesi però passavano e le multinazionali estere a fine 2020 avevano già distribuito i primi vaccini. Dei monoclonali neanche l’ombra. Nonostante il flop, Tls non è stata abbandonata. Anzi, l’esperienza della pandemia è stata comunque un trampolino di lancio verso il Biotecnopolo. L’elezione (suppletiva) a Siena del deputato Enrico Letta e l’intesa con il ministro Roberto Speranza, furono lo spunto per individuare nell’incubatore la base operativa del Biotecnopolo. Per Landi una vetrina di primo piano, con una pioggia di milioni (poco meno di 400) per dare forza a un’operazione destinata a portare in città il Centro antipandemico nazionale. Tls rientrava anche tra i soci fondatori, insieme a quattro ministeri. Il riscatto era a portata di mano, ma le prospettive delineate sulla carta sono rimaste lettera morta. Il governo Meloni ha ridotto, infatti, lo stanziamento previsto e con il nuovo statuto Tls è stata estromessa dai fondatori.
I guai però erano solo all’inizio, perché a fine 2023 è emerso un disavanzo di 5 milioni nei conti della società. Deficit che in parte sarebbe dovuto agli investimenti fatti per preparare il terreno proprio per il Biotecnopolo. Anche i vertici così sono messi alle strette. Viene presentato un nuovo piano industriale, ma è risolutorio l’intervento della Fondazione Mps, che precede un prestito da 6 milioni operato dalla banche.
Poche settimane fa arriva la pubblicazione del bilancio dello scorso anno, chiuso con un utile di esercizio di 11 mila euro e un patrimonio netto di 841 mila euro. A quel punto Fabrizio Landi dà seguito ai suoi propositi per velocizzare la nomina del successore. Se fosse arrivato a scadenza di mandato (primavera 2025), con lui sarebbe decaduto anche il Consiglio di indirizzo. Questo significava attendere mesi per riavere l’organigramma al completo. Invece il 17 ottobre i consiglieri si troveranno di fronte e a quel punto dovrebbero procedere all’ufficializzazione del nuovo presidente. Potrebbe trattarsi dell’ex rettore Francesco Frati.
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