I clan contro Decaro “Quello non dà niente” E i pm lo archiviano
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di Massimo Gramellini
Gli elettori di sinistra vedono Angelo Bonelli che dagli scranni dell’opposizione intima a Giorgia Meloni «Non mi guardi con quegli occhi inquietanti!» e vanno in brodo di giuggiole: lo ritengono serio, affidabile, coraggioso e sferzante. Gli elettori di destra vedono il leader dei Verdi apostrofare la premier e lo considerano triste, pedante, noioso e troppo compreso nel ruolo. Gli elettori di sinistra guardano la foto di Meloni al banco del governo mentre risponde a Bonelli nascondendo la testa nella giacca del tailleur e si indignano per la postura poco istituzionale, per il solito campionario di mosse e di facce, per l’astuccio rosa a forma di maialino che estrae dalla borsa in pieno dibattito parlamentare. Sono gli stessi che ieri si indignavano per le barzellette, le battutacce e le corna di Berlusconi. Gli elettori di destra guardano la foto di Meloni, arrivata fino alla prima pagina del Wall Street Journal, e si mettono a ridere. Trovano la premier simpatica, disinvolta, «una che non se la tira», «una come noi»: proprio come Berlusconi.
La destra tende a prendere la vita come una commedia, la sinistra come una tragedia. Al netto delle idee e dei programmi, ove ce ne siano, il vero e insuperabile bipolarismo all’italiana rimane questo. Ci vorrebbe una terza via in grado di coniugare profondità e leggerezza, sobrietà e autoironia, affabilità e senso delle istituzioni. Ma forse, se ci fosse, la voterebbero in pochi.