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30 Giugno 2024Liliana Segre: “Un caso emblematico, quello di Simonino, di ‘invenzione del nemico’”
30 Giugno 2024SIENA. Da U.I.L. F.P.L. Area Vasta Toscana Sud-Est riceviamo e pubblichiamo.
“Non compete ad un Sindacato – anche se l’evidenza è difficile negarla – dire se una struttura comunale venga di fatto utilizzata per finalità diverse rispetto alla sua vocazione, ma i fatti organizzativi hanno sempre a che vedere con il rapporto di lavoro e con la valorizzazione dei ruoli del personale dipendente. La UIL da tempo, fin dal 2022, ha rappresentato la grave situazione che si stava profilando all’interno della Biblioteca Comunale, a causa di scelte organizzative appunto che negavano le risorse per i progetti in corso, disconoscevano il ruolo dell’Istituzione e proiettavano una situazione di grave incertezza nella direzione stessa. Così puntualmente è avvenuto. La nuova Amministrazione ha imboccato dritta la strada aperta dalla precedente, che tocca in modo preoccupante aspetti che vanno dalla gestione del personale alla messa in discussione del ruolo e della continuità dell’Istituzione.
Di tutti questi temi la UIL ha parlato con amministratori e dirigenti, a cui ha rappresentato la situazione in essere: la Biblioteca vede minacciata la sua figura di Istituzione, da cui ha tratto fama e prestigio internazionale; il Museo civico non è nelle condizioni di essere riconosciuto come tale, perché le varie amministrazioni che si sono succedute non lo hanno dotato di un direttore; alla Cultura si è insediato un dirigente scelto attraverso lo scorrimento della graduatoria formata dal concorso per dirigente al Turismo, togliendo così la possibilità di concorrere a persone in possesso dei titoli culturali e professionali sicuramente più attinenti a quel ruolo. Tutto questo sembra avere un preciso riferimento a volontà politiche che si ingeriscono indebitamente nella organizzazione comunale e disapplicano nei fatti la valorizzazione dei ruoli professionali e la comparazione del merito.
Mettendo insieme tutte queste operazioni diventa difficile non poter concludere che in realtà si vuole impedire a qualche professionalità – che ha un preciso nome e cognome – di poter svolgere correttamente e liberamente il suo percorso di carriera. Una sorta di proscrizione – forse – che viola il Contratto di lavoro e che la UIL non ha più intenzione di sottacere. Il demansionamento, come lo stress lavorativo e le sofferenze psichiche, come il “game over” che qualcuno ha affermato, configurano un illecito permanente e – come ribadito recentemente – costituisce lesione del diritto fondamentale alla libera esplicazione della personalità del lavoratore e come tale suscettibile di risarcimento; non solo è del tutto inaccettabile nel momento in cui vi sia una pronuncia in tal senso dell’A.G., ma a giudizio di questa O.S. non lo è neppure come ipotesi che trova elementi di concretezza tali da giustificare l’avvio di un procedimento di valutazione da parte dell’A.G.; e non lo è perché significa che, a vari livelli dell’Amministrazione, non si è voluto trovare una soluzione, che ponesse fine a quella che si configurava come una possibile gravissima lesione del diritto e dell’integrità fisica di un lavoratore.
Del resto il datore di lavoro è responsabile delle proprie condotte sia attive che omissive ed è obbligato ad evitare decisioni o comportamenti che possano danneggiare la dignità morale del lavoratore, in primis, il rispetto delle regole di comparazione e di trasparenza nell’accesso ai posti di lavoro e nella progressione di carriera. Questo include oltre ai casi più gravi di mobbing, straining, burnout, stalking, la predisposizione o la tolleranza verso condizioni lavorative stressanti.
La UIL con il presente comunicato intende assumere la netta posizione di tutela nei confronti di chi è vittima di tutto questo. Manifesta sino da ora la volontà di interessare gli organi di controllo competenti, al fine di tutelare la dignità dei lavoratori e salvaguardare l’autonomia dell’Istituzione, messa oggi pesantemente in discussione.
La UIL infine denuncia che dopo un anno dall’insediamento della nuova amministrazione si continua nella palude delle riorganizzazioni. Dopo aver fatto sparire la Biblioteca come Istituzione, aver cancellato il Museo civico per non fare il concorso a direttore, aver omesso il concorso per la dirigenza della Cultura, con la Delibera n. 184 del 30 maggio 2024 si fa sparire dall’organizzazione della Biblioteca anche il patrimonio culturale. Fatto gravissimo per un organo di governo della città, evidentemente ispirato dall’esigenza di abolire l’intero panorama culturale pubblico. Insomma l’unico vero Masterplan in esecuzione sembra essere quello di fare della cultura e delle istituzioni comunali un souvenir turistico a formato tascabile in danno sia della vocazione culturale che ha radici profonde nella storia di questa città, sia delle vere professionalità esistenti all’interno dell’Ente Comune”.