Mentre Giani cerca ancora un aiuto nel governo, in casa Dem preparano il campo per le nuove imposte
di Michele Bocci
Il piano B prende forma. Mentre il presidente della Regione Eugenio Giani annuncia che tornerà a Roma, dove continuerà a chiedere soldi al governo per salvare la Toscana anticipando almeno una parte dei payback dei dispositivi, gli uffici della Regione e il gruppo del Pd lavora sulle tasse. L’idea è quella di un maxi emendamento alla manovra regionale che verrà presentato nell’ultima occasione possibile, cioè nella riunione del consiglio tra martedì prossimo, il 19 e giovedì. Del resto se si vogliono iscrivere nel bilancio i fondi che mancano per chiuderlo in pareggio, circa 200 milioni, bisogna agire entro la fine dell’anno. Altrimenti si andrà senza paracadute, nel senso che si rischia, ad aprile quando verranno chiusi i bilanci, di finire per la prima volta nella storia in piano di rientro, con effetti anche politici che sono ben immaginabili.
Il Pd in consiglio è convinto che il piano di rientro debba essere assolutamente evitato e ha chiesto al presidente di preparare l’emendamento. Giani lo porterà senza passare dalla giunta, molto probabilmente, cosa che tra l’altro leverà dall’imbarazzo la sua vicepresidente, Stefania Saccardi di Iv, partito che ha sempre detto, per voce dello stesso Matteo Renzi, che le tasse non levuole mettere. Ma senza quelle la Toscana rischia il rosso.
Così si va avanti, considerando che per ottenere 200 milioni, principalmente da chi ha redditi alti, non si spingerà al massimo la leva fiscale (attraverso la quale si potrebbero incassare anche 300 milioni). E mentre gli uffici lavorano al maxi emendamento, che renderà piuttosto movimentati le ultime sedutedel consiglio regionale toscano, il Pd ha iniziato una campagna sulla sanità. Ogni giorno sottolinea le prestazioni che si fanno in Toscana e non altrove, per le quali (è sottinteso) vale la pena che i cittadini facciano uno sforzo economica, peraltro già previsto nella gran parte delle Regioni, dove le tasse sono previste e, in certi casi, i servizi sanitari sono peggiori. Per ora i Democratici hanno citato gli anticoncezionali gratuiti, le parrucche per le donne in terapia oncologica e il Codice rosa.
Nel frattempo Giani tenta comunque di ottenere i soldi. Tornerà da Schillaci, dove era stato pochi giorni fa «stiamo sviluppando con gli uffici le interlocuzioni per capire quanto payback dei dispositivi sanitari, che ammontano come credito della Regione toscana a 420 milioni di euro, possa essere imputato a bilancio – ha detto mercoledì a un incontro dello Spi Cgil – Spero, se la via sta nel mezzo, che ci vengano accordati circa 200 milioni, pari a due annualità di payback, così noi poi possiamo chiudere il bilancio regionale ». Il punto è che il payback spetta a tutte le Regioni ed è stato congelato dopo che, a causa dei ricorsi dei produttori di dispositivi, il Tar del Lazio ha sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge che lo ha introdotto. Già questo è un enorme ostacolo alla possibilità di avere i soldi in breve tempo. Il secondo riguarda il fatto che comunque il payback spetta a tutte le Regioni e darne la metà, appunto 200 milioni, alla Toscana vorrebbe dire sborsare un miliardo di euro, perché tutte le altre Regioni lo pretenderebbero. Bisogna anche tenere conto del fatto che il governo di centrodestra non ha poi tutta questa voglia di fare un favore a una regione come la Toscana.