ROMA — È solo Marina Berlusconi ad essere «più vicina alla sinistra sui diritti» o tutta Forza Italia? La domanda tiene sulle spine gli alleati nella canicola d’agosto. E la sortita degli azzurri a favore di un alleggerimento delle regole sulla cittadinanza per gli stranieri nati e cresciuti in Italia apre un varco ai sospetti a destra. Perché è il Pd, con la segretaria Elly Schlein, ad avere riaperto il fronte ius soli. E perché i forzisti si mostrano dialoganti. «Sullo ius soli no – spiega Raffaele Nevi, braccio destro di Tajani nel partito e portavoce nazionale di FI – ma noi siamo disposti a ragionare con tutti, anche col Pd, se converge verso la nostra proposta, lo ius scholae, che poi è sempre stato il pensiero di Silvio Berlusconi ed era d’accordo anche Meloni… ». Seguono frecciate all’indirizzo di Matteo Salvini: «Sostiene ogni volta di essere il più berlusconiano di tutti, ma la verità è che su certi temi la pensa all’opposto ». Ma è possibile una maggioranza trasversale, su un tema come la cittadinanza agli stranieri di seconda generazione? Spiragli: «Loius scholae
non è nel programma di governo del centrodestra – risponde ancora il portavoce di FI – e poi sui temi etici c’è sempre stata libertà di coscienza». Lo stesso Antonio Tajani, che ieri pubblicamente ha scelto di non intervenire in prima persona, ma lo farà nelle prossime ore, ha sentito i colonnelli di San Lorenzo in Lucina, annunciando che FI sui diritti «farà la sua parte». Tanto che «a settembre apriremo un tavolo tra Camera, Senato e dipartimento Scuola del partito, per scrivere la nostra proposta di legge».
Il famoso asso però, a questo punto, è nella manica di Schlein. La leader dei democratici è a un bivio: deve decidere se insistere su una battaglia fortemente identitaria, lo ius soli,che però non ha alcuna chance in Parlamento, almeno in questa legislatura, oppure se accettare un compromesso, lavorando con FI per strappare comunque un avanzamento sul frontedei diritti. Va detto poi che il Pd non è sempre stato, nella totalità delle sue correnti e correntine, a favore dello ius soli. E gli stessi 5 Stelle da anni non si dichiarano a favore di una misura che considerano tranchant,mentre vedono di buon occhio loius scholae, così come ha fatto capire ieri il leader di Azione, Carlo Calenda, e quello di Italia Viva, Matteo Renzi, tramite la coordinatrice nazionale Raffaella Paita. Se dunque il Pd accettasse di cedere qualcosa rispetto al suo testo, chiedendo anche agli azzurri di fare lo stesso, una maggioranza alternativa si potrebbe creare, nelle Camere, se anche i rossoverdi, oltre ai centristi, saranno della partita.A votare contro resterebbero solo Lega e FdI. In realtà Giorgia Meloni non ha ancora formalizzato la linea della fiamma. Ministri come Daniela Santanché, che dello ius soli hanno sempre detto peste e corna, ora si trincerano dietro a un insolito no comment: «Mi occupo solo dei temi del mio dicastero», fa sapere la titolare del Turismo, dalle vacanze al suo Twiga. Anche Eugenia Roccella, ministra della Famiglia e solitamente loquace su questi argomenti, rimane in silenzio. Tutti i Fratelli aspettano un segnale dalla masseria di Ceglie Messapica, dov’è in villeggiatura la premier.
Nel Pd comunque l’ala riformista già fa intuire che a un compromesso si può arrivare: «Tajani e FI ci facciano capire se la loro è solo una boutade agostana o se vogliono davvero confrontarsi, in Parlamento», è la linea di Alessandro Alfieri, responsabile Riforme nella segreteria di Schlein. Ancora più dritto il capofila dei cattolici dem Graziano Delrio, che presiede il Comitato parlamentare sull’Immigrazione: «Prontissimo a discutere su una proposta sullo ius scholae,quella di Forza Italia è un’apertura molto positiva». Ovvio, ragiona l’ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni, oggi senatore, «si tratterebbe ancora di una soluzione intermedia, ma sarebbe comunque un passo avanti». Schlein per il momento non interviene. Prima di dichiarare, aspetta di capire se la mossa degli azzurri sia solo una sparata comunicativa o se dietro ci sia una volontà politica di smarcarsi dai soci di governo. Se ne riparlerà a settembre. Ma un suo fedelissimo, responsabile Immigrazione del Pd, Pierfrancesco Majorino, con Repubblica ragiona così: «Noi siamo per lo ius soli e con grande convinzione sosteniamo questa proposta. Ovviamente il Parlamento è il luogo deputato a discuterne, quindi se ci saranno novità vere ci confronteremo. Nessuno faccia però bluff sulla pelle delle seconde generazioni».