Dopo l’incontro col Garante dei detenuti spunta l’idea dei domiciliari per chi ha un anno da scontare L’alt di FdI e Lega: “No a colpi di spugna”. E il ministro frena. Ma FI: “È un dramma, bisogna agire”
ROMA — Sulla testa del Guardasigilli Carlo Nordio incombe il suicidio numero 63 (secondo i sindacati sono 66). Le carceri sono una pentola a pressione pronta a esplodere e la maggioranza rischia di spaccarsi su questo tema molto delicato: con il ministro e Forza Italia che aprono a soluzioni che non piacciono però a Fratelli d’Italia. Le evidenze delle tensioni nel centrodestra ci sono tutte, come è altrettanto chiaro che il decreto sulle carceri, approvato appena una settimana fa, non porta alcun beneficio. Tant’è che lo stesso Nordio è alla disperata ricerca di altre soluzioni. Perché, come ribadito anche ieri dal forzista Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia a Montecitorio: «Che il problema delle carceri sia drammatico non è una novità per noi di Forza Italia ed è la ragione per la quale abbiamo lanciato in queste settimane l’iniziativa “Estate in carcere”. L’obiettivo è proporre le soluzioni migliori per alleviare il problema del sovraffollamento e dei suicidi».
Il ministro Nordio lavora a un pacchetto di proposte e una trapela dai suoi uffici, anche se lui ne nega la paternità: far scontare ai domiciliari, e non in prigione, chi ha un residuo pena di un anno. Una legge, la 199, che esiste già dal 2010, sfruttata ampiamente durante il Covid. Ma invisa all’ala dura del centrodestra, meloniani e salviniani. Mentre andrebbe bene a Forza Italia, che l’aveva già proposta al Senato come emendamento al decreto.
Ma ecco che rispunta a sorpresa, da fonti rilanciate dall’ Ansa . Di mezzo ci sarebbero 8 mila detenuti che potrebbero uscire. Ma non appena trapela la proposta, scattano i distinguo netti di Fratelli d’Italia con il sottosegretario Andrea Delmastro: «Non è nelle corde del governo una misura perché è un un colpo di spugna, il sovraffollamento si combatte con l’edilizia carceraria». E poco dopo arrivano quelli della Lega con la responsabile Giustizia Giulia Bongiorno che dice: «Non ho visto alcun testo scritto». Il messaggio arriva anche al ministro. E nelle stanze di Nordio si pigliano le distanze. Il ministro non avrebbe «mai detto nulla del genere», mentre avrebbe parlato solo di un’esecuzione differenziata per i tossicodipendenti e i detenuti con problemi psichiatrici, nonché ha proposto più volte di rispedire i detenuti stranieri nei loro paesi d’origine. Eppure la notizia ha un suo fondamento e risale all’incontro, proprio al ministero della Giustizia, tra il Guardasigilli, il vice ministro Francesco Paolo Sisto, il Garante dei detenuti Felice Maurizio D’Ettore.
Era il 7 agosto. Davanti agli esponenti del governo c’è il portavoce dei Garanti dei detenuti Samuele Ciambriello. Nordio in quell’incontro dice che sta studiando «un nuovo piano» che riguarda chi deve scontare un anno di pena. Cita l’ostacolo della mancanza di una dimora fissa, che di fatto blocca l’applicazione della legge. Parla dei magistrati di sorveglianza che devono istruire i singoli casi e sono sempre in ritardo. Tant’è che vuole parlare con Mattarella in quanto capo del Csm e chiedergli un maggior numero di toghe che facciano questo lavoro. Sisto annuisce a ogni passaggio. Ciambriello indica proprio questa strada — un anno come residuo di pena — come l’unica che possa sgombrare le carceri. Nordio, a questo punto, dà appuntamento al portavoce dei Garanti tra un mese e lo rassicura sul fatto che valuterà questa proposta. Dunque è qui la suaparola che adesso diventa una notizia.
Proprio quella che scatena l’ira di Delmastro, che replica con parole dure che gli sono abituali e che fanno trapelare tutto il malumore interno ai meloniani sulle aperture di Nordio e Forza Italia a una riduzione dei detenuti, nell’ambito di una più ampia svolta del partito di Tajani sui diritti: «Il tana libera tutti non rieduca, non riabilita, non garantisce sicurezza, è il già tristemente visto e stancamente vissuto del passato e che ci ha regalato l’attuale situazione». Lo attacca quindi la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani, che definisce le sue parole «vergognose», chiedendogli di nuovo di fare «un passo indietro». La Dem chiede la liberazione anticipata speciale proposta da Roberto Giachetti, «le pene sostitutive e le misure alternative». Ma la porta della maggioranza è chiusa, sbarrata da FdI e Lega.