Dagli Uffizi di Firenze al Rijksmuseum di Amsterdam. Le gallerie di tutto il mondo si affidano sempre più spesso ai creativi digitali per far conoscere i capolavori. Senza filtri
di Sara Scarafia
Cosa fa il lunedì laVenere di Botticelli? Posta su TikTok. Altro che giorno di riposo: il lunedì, quando le Gallerie degli Uffizi sono chiuse, uno dei musei più famosi del mondo diventa social. Tra i corridoi del grande edificio progettato da Giorgio Vasari, i creator digitali dialogano con i capolavori attraverso gli smartphone. E se gli Uffizi hanno raggiunto 2,5 milioni di like raddoppiando le visualizzazioni in un anno, sono sempre di più le gallerie che investono sulla Gen Z animando le opere e facendole raccontare dai tiktoker. Dal Mann di Napoli, il museo archeologico, al Museo del Novecento M9 di Venezia. Dal Parco archeologico di Pompei alla Galleria Nazionale di Roma. E ancora, i magnifici Museo del Prado di Madrid e il Rijksmuseum di Amsterdam.
Uffizi, interno giorno. Nella sala che ospita ilTrittico Portinaridi Hugo van der Goes, c’è Rey Sciutto sdraiato per terra che si fa un video selfie. Sciutto, 25 anni, una laurea magistrale al Dams di Bologna, è uno degli art- toker ( il suo profilo è seguito da 237 mila follower) che collabora con la Galleria. Facile girare un video? Macché! Prove di inquadrature e di speech; riprese minuziose a tutti i dettagli del trittico che poi serviranno per montare il video.
Intanto agli Uffizi è arrivata anche Ginevra Feynes, 27 anni, attrice e comica fiorentina seguita da132 mila persone. Si ferma davanti alleVirtù di Sandro Botticelli e Piero del Pollaiolo e improvvisa una puntata del talk Uomini e donne.Poi si sposta davanti alla Venere di Botticelli per girare un altro video ironico. « Che fatica mascherare l’emozione: quanta bellezza » , dice Ginevra tra una ripresa e un’altra. Quando incrocia Sciutto, che intanto sta giocando a Artkinator( la caccia a un’opera d’arte custodita nel museo attraverso alcuni indizi), ecco l’occasione per realizzare un contenuto insieme.
L’elenco degli art- toker che collaborano con gli Uffizi è lunghissimo — da Sasy Cacciatore a Massimiliano Pedone — ma il focus è sempre lo stesso: provare a raccontare i capolavori dell’arte con un nuovo linguaggio.
Il Mann di Napoli, che su Tik-Tok sta sperimentando grazie ai tirocinanti, qualche mese fa ha invitato Alberto Angela e una decina di creator per una visita guidata esclusiva. Il Rijksmuseum, sul suo profilo, ha reso interattivi La lattaia di Vermeer e la Ronda di notte di Rembrandt. Il Prado Las meninas di Velázquez e La lavanda dei piedi di Tintoretto.
Il Museo Stibbert di Firenze fa cavalcare il creator Mirko Ciaccio dentro i dipinti per raccontare la sua collezione di armature. Sul profilo del Grand Palais di Parigi, si balla con le opere d’arte sullo sfondo, mentre la Galleria Nazionale di Roma sceglie The girl from Ipanema di Gilberto per descrivere le statue.
Gli Uffizi si divertono a utilizzare i filtri per animare le opere con i protagonisti dei quadri che si ritrovano a parlare con grandi labbroni e occhi da cartone animato, dalla Venere a Giovanna D’Austria. Che la strategia social funzionasse, la galleria lo ha capito quando nel 2021 ospitò l’influencer Chiara Ferragni: tante polemiche, ma anche un boom di visitatori tra i 19 e i 25 anni.
« Il linguaggio dei social funziona perché crea curiosità tra i ragazzi e le ragazze che magari non hanno ancora visitato i musei», dice Ginevra Feynes. « Divertire stando sempre attenti alla precisione delle informazioni che vengono divulgate attraverso i video? Si può » , dice Sciutto che ha scelto un linguaggio irriverenteper parlare dei grandi capolavori dell’arte. « La collaborazione con gli Uffizi è un sogno che si avvera in un modo che non avrei mai immaginato possibile » .
Ormai agli Uffizi è pomeriggio. E arriva il momento di riporre i cellulari in tasca. E di godersi per qualche minuto la bellezza.
Senza filtri.