
SFERE
2 Dicembre 2025
Siena non è in difficoltà: sta arretrando. E servono risposte, non fotografie del problema
3 Dicembre 2025
Il punto non è fare di Tucci una figura centrale, né rivalutare il suo operato. Le sue scelte sono state spesso controverse, e basta ricordare il caos delle contravvenzioni per capire che non parliamo di un assessore particolarmente solido. Ma proprio per questo la mancata sostituzione non può essere imputata alla difficoltà del ruolo: se non si riesce a rimpiazzare chi ha lasciato più problemi che risultati, allora il problema è altrove.
Il nodo vero riguarda la maggioranza e la sua capacità di ricomporre gli equilibri interni. Dopo settimane di incontri, nessun nome è emerso come possibile successore. Non perché non esistano profili adeguati, ma perché ogni ipotesi rischia di spostare rapporti già precari. Il timore di scontentare uno dei gruppi che reggono la coalizione, la presenza di veti incrociati, la fragilità delle relazioni interne: è questo che ha bloccato il processo, non la complessità delle deleghe.
Da qui deriva la scelta di dividere le competenze tra assessori già in carica. Una soluzione che nell’immediato permette di andare avanti, ma senza un coordinamento unico rischia di trasformarsi in una gestione per frammenti. Temi come il personale, il rapporto con la municipale o il controllo delle partecipate funzionano solo se c’è una linea politica unitaria. Spacchettare tutto significa rallentare le decisioni e aumentare la possibilità di attriti.
La delega alla cultura, ancora vacante, accentua la sensazione di una squadra che fatica a riorganizzarsi. Ma il dato politico più significativo è un altro: l’uscita di un assessore non particolarmente incisivo avrebbe dovuto offrire l’occasione per ripensare l’assetto della Giunta. Invece ha prodotto uno stallo. Questo è il segnale che conta davvero. Non la figura che se n’è andata, ma l’incapacità di rimpiazzarla senza mandare in crisi la maggioranza.
Quando un’amministrazione si blocca anche sulle sostituzioni più semplici, il problema non è la casella rimasta vuota: è la tenuta complessiva della squadra di governo. E questo, inevitabilmente, si riflette sulla città.





