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Spiazzata dal tycoon Meloni cambia linea e chiama von der Leyen “Rispondiamo uniti”
14 Febbraio 2025
Il risveglio di Giorgetti: dopo i danni interverrà contro il caro-bollette
14 Febbraio 2025
Un po’Monaco 1938, con mezza Ucraina e in prospettiva Taiwan in pasto ai coccodrilli, e un po’nuova divisione del mondo, fondata sull’avversione per un’Europa politica. Gli antidoti che mancano contro la coppia Trump-Putin
Può essere che le cose cambino un tantino, e che la ciambella col buco della vittoria di Putin, della sconfitta dell’Europa, della scomparsa dell’alleanza occidentale euroatlantica, della derelizione dell’eroica Ucraina, di un egemonismo riluttante e “pacifista” di Trump, può essere che queste siano illusioni di paranoici e narcisisti alleati nel giocarsi un nuovo mondo post Yalta in una specie di Atlantic City, una riunione d’azzardo a tre senza un europeo (Churchill), senza il Roosevelt della Carta atlantica, sostituito da una copia di Charles Lindbergh, e con il convitato di pietra cinese incombente. Può essere. E lo si deve sperare.
Ma per adesso le cose si mettono veramente male, un po’ Monaco 1938, con mezza Ucraina e in prospettiva Taiwan sul piatto d’argento per il pasto dei coccodrilli, un po’, appunto, la nuova divisione del mondo fondata sulla comune avversione per un’Europa politica mai nata, e soffocata con disprezzo nella culla nonostante i vagiti del
tempo di Biden e del suo discorso di Varsavia, rimasto senza vere e realistiche conseguenze per paura, figuriamoci, dell’escalation. I più cinici si preparano, mentre l’ex ministro della difesa britannico Ben Wallace parla di appeasement in stile nazista, al grande pasto del coccodrillo globale. I realisti di ieri, cioè molti di noi, contrari alla fuga scomposta da Kabul, preparata dal Trump I, e alla resa ai tagliagole, realizzata da Biden, esterrefatti di fronte alla ricostituzione di un fronte occidentale volutamente disarmato o male armato a chiacchiere e contagocce, sempre cedevole linea rossa dopo linea rossa, trovano adesso come unica risorsa, e questo depone a sfavore del futuro, l’ideali smo, la prospettiva di un grido di rivolta e di un sussulto di dignità capace di rompere almeno un anello della catena che si sta saldando sull’Europa e sul martirio della guerra dei tre anni alle sue frontiere orientali. Si deve contare sul fatto che Putin voglia troppo, mettendo a nudo il suo progetto di un nuovo ordine globale (la Cina aiutando possente) che passerebbe per il sacrificio di ogni barlume di autonomia e ambiguità strategica europea e per la crisi occidentale, fino a un punto di incompatibilità perfino con i progetti onnipotenti e senza controllo dell’immobiliarista in chief, già suo sodale nella famosa e troppo presto dimenticata Russia connection.
sacrificio e di morte che ha colpito l’Ucraina baldante, cosacca e tradita. Insomma si deve contare su varianti in questa fase deboli, difficili da considerare con senso della realtà diplomatica, politica, militare e anche culturale e ideologica: la marcia del trumpismo è appena cominciata e il suo red carpet è nella convergente volontà di americani trumpiani, russi putiniani e cinesi di svellere, sradicare la restante forza dell’Ancien regime di Parigi e Berlino e Londra.