Rigenerazione urbana: il futuro verde e sostenibile della città
31 Gennaio 2023Il dovere di dimettersi
1 Febbraio 2023
In Borsa +12,29%. Orcel: la banca non è più quella di un anno fa. Mps? Se ci saranno le condizioni vedremo
di Daniela Polizzi e Andrea Rinaldi
Un anno record per Unicredit, il migliore degli ultimi dieci anni, che apre la stagione dei conti delle grandi banche. L’istituto guidato dal ceo Andrea Orcel ha registrato nel 2022 ricavi per 20,3 miliardi — 18,4 miliardi al netto degli accantonamenti — superando la guidance dei 17,4 miliardi indicati per lo scorso anno e avvicinando i 18,5 miliardi previsti per il 2023 —, mentre l’utile contabile è salito a 6,5 miliardi (5,25 miliardi netti), sopra le stime degli analisti che lo collocavano a 5,13 miliardi, trainato dall’aumento del margine di interesse pari a 10,7 miliardi e dalle commissioni a 6,8 miliardi. I conti hanno messo il turbo al titolo che ha chiuso con +12,29% a 17,88 euro, tornando ai massimi dal 2018.
Ha premiato il titolo la remunerazione agli azionisti, per il 2022 un totale di 5,25 miliardi, di cui 1,91 in cedola vera e propria e il resto tramite riacquisto di azioni. «La banca non è più quella di un anno fa — ha detto Orcel —, la macchina commerciale è più forte ed è in pieno corso il progetto di semplificazione operativa che potrà produrre ulteriore spinta. Abbiamo un portafoglio crediti molto solido, con una esposizione solo dell’1% ai settori più rischiosi». Quanto alla solidità, il Cet1 Ratio contabile del 16% per l’anno 2022 è tra i migliori in Europa mentre il Cet1 Ratio post distribuzione agli azionisti è al 14,9% in rialzo di 78 punti base anno su anno. Anche l’impatto della Russia sui conti non scalfisce il bilancio e si ridimensiona: l’esposizione è calata dai 7,4 miliardi del marzo scorso agli attuali 5,3 miliardi. «Negli ultimi otto trimestri abbiamo battuto il consensus del 30% ogni volta. Il mercato non ha ancora aggiustato il nostro prezzo considerando questo. Io penso che quest’anno faremo lo stesso. Ci proteggono gli accantonamenti. Ci aspettiamo di migliorare», ha aggiunto Orcel.
Escludendo la Russia, nel 2022 i costi operativi di Unicredit sono diminuiti del 2,6% anno su anno, con un rapporto cost-income del 47%, a conferma della forte disciplina del gruppo nel gestire strutturalmente la base costi, preservando al contempo la crescita dei ricavi, nonostante le pressioni inflazionistiche pari quasi al 9% nelle aree geografiche in cui Unicredit è presente.
Il ceo non si è sottratto alle domande degli analisti sul Monde dei Paschi di Siena: «Se in un futuro molto lontano ci saranno le condizioni vedremo. Oggi non è cosi. Il nostro piano genera più valore di qualsiasi m&a. Se troveremo acquisizioni che aggiungono valore le faremo». Orcel però guarda oltre. I piani prevedono per il 2023 ricavi netti oltre 18,5 miliardi, costi inferiori a 9,7 miliardi pur tenendo conto di un impatto inflattivo del 7% nei Paesi del gruppo, e utili «ampiamente in linea con quelli di quest’anno». «Sono molto fiducioso — ha poi aggiunto il ceo — che la Bce approvi la distribuzione degli utili agli azionisti».
La banca che Orcel guida stima di procedere al riacquisto di azioni proprie in due tranche, la prima per 2,34 miliardi, da avviare immediatamente dopo l’approvazione da parte dell’assemblea del 31 marzo, mentre la seconda, per un miliardo, è attesa durante la seconda metà dell’anno dopo il completamento della prima tranche.