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Record per l’energia da rinnovabili. Confermato nel trimestre il raggiungimento di tutti gli obiettivi, incluso il calo del debito
Fausta Chiesa
L’aumento della produzione da rinnovabile, grazie anche a un buon periodo per l’idroelettrico in Italia e Spagna, una riduzione dei costi migliore delle attese e l’eliminazione del tetto al prezzo dell’energia green trainano la marginalità del gruppo Enel, che ha chiuso il primo trimestre 2024 con un utile netto ordinario a 2.180 milioni (+44,2%), un ebitda ordinario a 6.094 milioni (+11,6%) grazie anche all’ottimizzazione dei costi di approvvigionamento che ha contribuito a migliorare i margini nelle vendite e all’andamento delle attività di gestione delle reti di distribuzione, spiega una nota del gruppo guidato da Flavio Cattaneo e presieduto da Paolo Scaroni. Conti che hanno superato il consensus.
Gli investimenti effettuati tra gennaio e marzo 2024 ammontano a 2.587 milioni (-10%) e sono stati concentrati in Enel Grids (1.319 milioni, 51% del totale) e in Enel Green Power (907 milioni, 35% del totale). La riduzione è da ricondurre principalmente a una migliore focalizzazione, in linea con le priorità del piano strategico 2024-2026 e al completamento sostanziale delle attività nei sistemi di accumulo di energia a batteria in Italia. In aumento gli investimenti in Enel Grids in Italia, Cile, Colombia, Spagna e Argentina e nei mercati finali, principalmente nella mobility in Italia e nel retail in Italia e Spagna. «Anche nei prossimi mesi — ha commentato il chief financial officer Stefano De Angelis — Enel continuerà a perseguire con grande disciplina un’allocazione selettiva del capitale, massimizzando efficienza ed efficacia della gestione, nonché la sostenibilità finanziaria e ambientale».
Il debito netto è sostanzialmente stabile a 60.696 milioni (+0,9%), con i flussi di cassa della gestione operativa (4,4 miliardi) che nel trimestre hanno quasi compensato il fabbisogno per gli investimenti (2,6 miliardi) e per il pagamento dell’acconto del dividendo del 2023 a gennaio (2,4 miliardi). «Siamo fiduciosi di raggiungere tutti i nostri obiettivi per il 2024 — ha aggiunto De Angelis — inclusa la riduzione del debito netto di gruppo, che già oggi è sceso a 54 miliardi considerando anche le dismissioni ormai in fase di finalizzazione». Tra queste ultime, la prima dovrebbe essere la cessione delle attività in Perù a Niagara Energy per 1,36 miliardi di dollari. De Angelis in conference call con gli analisti ieri sera ha precisato che «per la distribuzione ci aspettiamo che si chiuda entro giugno», per la generazione «a breve, questione forse di giorni».
Flussi di cassa
I flussi di cassa hanno quasi compensato la spesa per dividendo e investimenti
Sul fronte della transizione, la produzione di energia elettrica da rinnovabili, compresi i volumi da capacità gestita, ha raggiunto 36,7 terawattora (+10,9% su anno), a fronte di una produzione da fonte termoelettrica pari a 9,4 TWh (-44,7%). In particolare, le rinnovabili sono cresciute di 2,8 TWh (+2,8 TWh idroelettrica; -0,7 TWh eolica; +0,7 TWh solare), mentre il termoelettrico è sceso di 7,6 TWh ed è calato di 0,3 TWh il nucleare.