IL PROGETTO PER IL SITO IDROELETTRICO – Senza valutazione d’impatto ambientale. Lo spettacolo millenario delle Gore rischia di scomparire: la siccità ha già abbattuto la portata d’acqua, così resterà il deserto
“Qui non si riesce più a capire dove finisca la roccia inanimata e dove cominci il segno lasciato dai viventi; uno stesso senso di pietà, come se si trattasse di parentela, abbraccia le cose e le creature”: questa ispiratissima frase di Piero Calamandrei è perfetta per descrivere lo straordinario spettacolo delle Gore di Colle Val d’Elsa, un sistema di canali artificiali del fiume Elsa realizzati dall’inizio del Duecento. Utili per portare l’acqua a opifici, mulini, gualchiere, le Gore hanno modificato il paesaggio attraverso i secoli, rendendolo un luogo unico in cui natura, storia sociale, arte si intrecciano in uno scenario oggi amatissimo da un turismo consapevole.Ma tutto questo è in pericolo: perché quell’equilibrio tra interesse delle generazioni presenti e future si è rotto, facendo posto al massimo consumo istantaneo. Così i viventi non lasciano un segno tra altri, in un sistema sostenibile e costruttivo, ma prendono tutto, e subito: distruggendo.Un progetto (presentato dalla Società Valorizzazione Gore di Colle di Val d’Elsa S.r.l. con sede legale a Pontassieve) per la realizzazione di un impianto idroelettrico con le acque delle Gore alimentate dal Fiume Elsa è stato autorizzato dalla Regione Toscana, ottenendo (incredibilmente!) l’esclusione dalla Valutazione di impatto ambientale. La nuova centrale idroelettrica attiverà una turbina attraverso l’installazione di una condotta forzata di 120 centimetri di diametro (il “Tubone”) che per 1,2 km attraverserà il centro storico, passando dentro, accanto o sotto l’antico canale della Gora. Il Tubone preleverà il 50% dell’acqua sotto il Ponte di San Marziale, all’inizio del Sentierelsa (fiore all’occhiello del Parco Fluviale Alta Valdelsa, e ormai noto a livello internazionale come il “fiume turchese”), togliendo acqua a tutto il tratto di più grande interesse naturalistico e turistico del Parco Fluviale. L’installazione comporterà l’esproprio di molte aree sia di proprietà comunale che di privati, oltre a incidere sui manufatti storici del sistema delle Gore. Ma la cosa più grave è la sottrazione dell’acqua al sistema delle Gore, che distruggerà un paesaggio quasi millenario, stroncando di conseguenza anche il turismo. La nuova condotta avrà infatti una portata 1200 litri al secondo e solo 200 l/s saranno lasciati nelle Gore! E oggi, con il calo delle precipitazioni dovute al cambiamento climatico, la portata del fiume nel periodo estivo non supera gli 800 l/s: le concessioni non tengono dunque conto della realtà, ma solo delle carte. E il risultato sarà catastrofico. Il fiume Elsa risulta compreso negli elenchi Regionali dei corpi idrici superficiali in situazione di criticità da deficit idrico: ma gli uffici della Regione Toscana si parlano tra loro?Lo scempio si può ancora fermare, ma è una battaglia difficile. Nonostante i pareri negativi del Comune di Colle di Val d’Elsa (il consiglio comunale ha votato contro all’unanimità) la conferenza di servizi ha ottenuto tutti i pareri positivi tranne quello della Soprintendenza, che ha espresso un parere fortemente contrario. Ma la Regione Toscana ha tirato diritto, e non ha accolto le richieste di annullamento da parte del Comune e della Soprintendenza. Il Comune ha dunque presentato ricorso al TAR, che ha rimandato la questione al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche. In tale sede l’Avvocatura di stato si è costituita in rappresentanza della Soprintendenza ma poi non si è presentata alla seconda udienza, e la procedura si è conclusa rigettando il ricorso del Comune, con motivazioni discutibili: di fatto viene dato valore di atto di assenso ad un semplice verbale del sopralluogo del giugno 2021, cui ha partecipato anche la Soprintendenza, e che secondo il Tribunale costituisce da parte di essa un ritiro implicito del precedente parere negativo (nonostante la Soprintendenza avesse specificato il contrario in una apposita nota): insomma, un incredibile pasticcio. Il Comune ha dunque deciso di fare ricorso in Cassazione, e oggi si attende che la Soprintendenza si costituisca in giudizio. È evidente che si è eluso, fin qui, il tema della tutela del paesaggio, che pure ha un’altissima copertura costituzionale: occorre subito quel vincolo paesaggistico generale delle Gore cui la Soprintendenza sta lavorando insieme all’Università di Siena.Una sentenza del Consiglio di Stato (29 aprile 2014) rammenta che “sotto il profilo costituzionale l’art. 9 della Costituzione introduce la tutela del “paesaggio” … considerato come bene “primario” ed “assoluto”, in quanto abbraccia l’insieme “dei valori inerenti il territorio” concernenti l’ambiente, l’eco-sistema ed i beni culturali che devono essere tutelati nel loro complesso, e non solamente nei singoli elementi che la compongono. Il paesaggio rappresenta un interesse prevalente rispetto a qualunque altro interesse, pubblico o privato, e, quindi, deve essere anteposto alle esigenze urbanistico-edilizie”. Sarà vero anche per le Gore di Colle Val d’Elsa?
https://www.ilfattoquotidiano.it/