Queen – Love of My Life
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16 Febbraio 2023“Vale davvero la pena visitarla”. Il Comune di Siena non ha trovato di meglio che questo claim, nel sito turistico www.visitsienaofficial.it , per presentare che cosa? Nientemeno che “la città del Palio e delle contrade”, definizione che sembra un programma: introduce un Bignami di ovvietà, luoghi comuni, percorsi casuali, tra inutili dettagli e gravi dimenticanze. Con un’aggravante: un video promozionale che si riduce Siena a una serie di vicoli da visitare, appunto. Non si usa la parola borgo ma il concetto è quello: il piccolo presepe ad uso del visitatore, una visione da Mulino Bianco dove una finta mostra su Dalì (altra “invenzione” di questa amministrazione comunale) è perfetta e dove le contrade vengono derubricate ad attrazione secondaria, al posto del ceramista o di qualsiasi altra peculiarità locale. Del resto, il Comune non ha inserito il Palio tra i giochi storici della Regione Toscana? Ed ecco che l’accezione di Palio scivola pericolosamente nella deriva folcloristica, perché viene evocato senza altra descrizione, ma usato come semplice corollario di “luoghi da vedere”. Si annuncia un atteggiamento passivo del visitatore, escludendo in partenza quello che dovrebbe essere il turismo: un sistema di anime dialoganti, di esperienze, di una modalità per conoscere, mettersi in discussione, entrare empaticamente in sintonia con una realtà complessa e con un patrimonio culturale infinito. Un viaggio a Siena non è considerato come un momento di crescita culturale, indispensabile per qualsiasi persona minimamente sensibile all’arte, alla cultura, alla propria formazione. Non è una tappa irrinunciabile nella vita di ognuno: è solo un a città che vale la pena, giusto di una visita, eh! Non serve neppure il riconoscimento Unesco di Patrimonio dell’umanità per far metabolizzare ad amministratori ed amministrativi il posizionamento ideale della città a livello mondiale, la necessità di una narrazione adeguata a rappresentare la complessità di Siena. Nemmeno gli strateghi della comunicazione hanno realizzato il patrimonio immenso che si sono trovati a gestire. Ci si limita, tramite questo questo “official site” a mendicare un briciolo di attenzione, auspicando di ospitare un convegno in improbabile centro congressi. Nessuna produzione culturale di rilievo, nessuna esperienza, rifugia nella retorica del borgo antico e del Palio. La visita a una città morta è servita: valeva la pena raggiungere una fiera del turismo internazionale senza promuovere l’ambito turistico (come sarebbe normale) di riferimento, solo per dire che Siena vale la pena?
(riceviamo e pubblichiamo)