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Matteo Lignelli, Giorgio Bernardini
È una corsa contro il tempo. Mancano 10 mila lavoratori agricoli, di cui 7 mila per l’imminante vendemmia e per la raccolta delle olive dei prossimi due mesi. A «salvare» il raccolto potrebbero esser ancora una volta braccia straniere, oppure… meccaniche.
«È sempre più complicate trovare persone disponibili — spiega il referente vino di Fedagripesca Ritano Baragli — pochissimi italiani, niente più studenti come in passato». Baragli comincerà in questi giorni la raccolta di uve per lo spumante sui colli fiorentini con la sua azienda. Ha messo per questo un annuncio su Facebook, un fatto un po’ insolito per il settore.
«L’ho fatto in attesa del decreto speciale per i flussi». Si parla della legge che permetterà a 40 mila extracomunitari di raggiungere regolarmente l’Italia per essere impiegati in queste mansioni, il cosiddetto decreto salva cantine varato il giorno prima di Ferragosto. Non è ancora chiaro quale sia la quota riservata alla Toscana, ma a preoccupare maggiormente sono i tempi. «Noi abbiamo fatto il possibile, il decreto flussi prevede che possano entrare nel nostro Paese 40 mila lavoratori l’anno, ma proprio grazie a questa nuova misura — chiarisce il sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra — abbiamo incrementato di altre 40 mila unità i flussi in entrata per la richiesta del mondo agricolo. Il tema del “quando” — spiega a proposito dei tempi — è legato soprattutto alle domande che le aziende presentano».
Insomma una complicata gimkana burocratica che rischia di non arrivare per tempo alla soluzione, che è urgente nonostante, come riporta Coldiretti Toscana, quest’anno ci siano un quinto delle uve in meno da vendemmiare. «Il problema rimane — riprende il produttore Ritano Baragli — anche se oramai molte delle vigne sono sottoposte alla raccolta meccanica». I giganti robot per la raccolta delle uve funzionano per «vibrazione», nel senso che scuotono la vite e fanno cadere il grappolo in appositi contenitori. «Erano impossibili da utilizzare in passato quando le viti avevano sostegni in cemento — fa notare Baragli — mentre adesso le aziende si sono adattate per utilizzare questi macchinari, con sostegni in legno o in ferro». «Ormai la raccolta meccanizzata è diffusa al 70/80% — sostiene Gianluca Gasparri della società agricola Santa Lucia nei colli fiorentini — e negli ultimi anni è stato sviluppato anche il controllo a distanza, grazie al quale questi mezzi possono essere usati di notte. Visto che si fa fatica a trovare la manodopera tradizionale i lavoratori agricoli del futuro saranno profili specializzati per comandare i “robot”».
Almeno la Toscana si potrà consolare con i «turisti vendemmiatori» grazie a un nuovo protocollo che regola questa esperienza. Diverse aziende si stanno organizzando.
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