La decisione
La misura dal 2024 contro il turismo mordi e fuggi. Gli albergatori: «Giusto che chi pernotta non paghi»
Un occhio sul calendario, una mano sul portafoglio. I turisti giornalieri che vorranno visitare Venezia dal 2024 dovranno prenotare e pagare un ticket di 5 euro se sceglieranno di volerla vedere nei giorni (una trentina) da bollino nero. «Chiedo la collaborazione di tutti per aiutarci a salvare Venezia e farla diventare la più antica città del futuro», si appella il sindaco Luigi Brugnaro.
La svolta ieri in giunta con l’approvazione del nuovo regolamento dopo quattro anni di confronti, bozze e polemiche. Il contributo non sarà dovuto per i ragazzi sotto i 14 anni, i residenti nel comune di Venezia, i lavoratori (dipendenti o autonomi), anche pendolari e studenti. Sono esentati dal pagamento — ma dovranno prenotare l’accesso — coloro che soggiornano in strutture ricettive del territorio comunale (che pagano già la tassa di soggiorno), i residenti in Veneto, chi ha necessità di cure, chi partecipa a competizioni sportive, forze dell’ordine e i parenti fino al terzo grado dei residenti. «Il messaggio che vogliamo dare è che Venezia è accessibile, aperta, ma i visitatori, sia nazionali che internazionali, devono comprendere che serve una programmazione per gestire al meglio l’equilibrio tra residenzialità e turismo», specifica l’assessore al Bilancio Michele Zuin. Nessuna soglia limite di accesso è fissata, basta prenotare e pagare, ma già questo, secondo Ca’ Farsetti, potrebbe scoraggiare centinaia di persone di raggiungere la città.
L’obiettivo del sindaco Brugnaro è di limitare in alcuni giorni la pressione turistica, rispondendo anche alle preoccupazioni dell’Unesco che ha minacciato di inserire Venezia nella blacklist dei siti a rischio: «L’istituzione del contributo d’accesso potrà comportare effetti sull’impatto dei flussi turistici», precisa Ca’ Farsetti.
Chiedo a tutti di collaborare per aiutarci a salvare Venezia e farla diventare la più antica città del futuro
Il turista giornaliero che arriva a Venezia dovrà quindi andare nell’apposito sito, registrare la propria prenotazione, pagare, e in cambio riceverà il Qr code che dovrà mostrare ai controllori: la multa va dai 50 ai 300 euro.
«Ci poniamo come apripista a livello mondiale, consapevoli dell’urgenza di trovare un nuovo equilibrio tra i diritti di chi a Venezia ci vive, ci studia o ci lavora e di chi visita la città», dice l’assessore al Turismo Simone Venturini. Di sicuro non è un provvedimento per fare casa se da una prima stima i turisti giornalieri sono diecimila e per i trenta giorni l’incasso potrebbe essere un milione e mezzo con cui il Comune dovrà pagare i costi del portale e dei controlli.
Venezia può fare da apripista per altre località afflitte dalla stessa piaga, dalle Cinque Terre a San Gimignano
«Venezia potrebbe fare da apripista rispetto alle altre località afflitte dalla piaga del sovraffollamento dei visitatori, dalle Cinque Terre a San Gimignano — dice il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli —. A patto, naturalmente, che non verrà davvero fatta pagare ai turisti residenti, quelli che alloggiano nelle strutture ricettive per intenderci, perché già pagano la tassa di soggiorno».