Marco Revelli, secondo lei Brugnaro dovrebbe dimettersi?
Credo che avrebbe dovuto farlo sin da quando sono emersi gli elementi dell’indagine a carico in primo luogo del suo assessore Boraso, ma che lo riguardano anche personalmente. Al di là dell’esito giudiziario, figure così rappresentative di una città non possono rimanere al loro posto se coinvolte, anche solo di rimbalzo, in scandali di questa portata.
Dopo la Liguria, un altro colpo agli amministratori di destra.
Quello veneziano è uno scandalo grave, quello genovese è gravissimo. Un’osservazione storica: due delle quattro repubbliche marinare stanno rivelando una quantità di marciume preoccupante. Ho paura sia in qualche maniera simbolica dello stato del paese: abbiamo una classe politica che tratta la cosa pubblica come protesi dei propri interessi personali. Le repubbliche marinare erano un fiore all’occhiello, ora sono punti di infezione.
Le sue parole sono simili a quelle usate dalla procura di Venezia: “Un sistematico perseguimento di interessi personali”.
Negli ultimi 30 anni si è assistito a un rapido processo di corruzione del modo di guardare la politica da parte della classe dirigente e di buona parte del sistema mediatico. Fino a Tangentopoli questi comportamenti, che pure esistevano, erano considerati una vergogna da nascondere il più possibile ed erano giudicati ancora con una forma di indignazione pubblica. Oggi buona parte del sistema politico difende i propri sodali a prescindere. Toti trasecola perché i suoi intrallazzi – quelli che emergono dalle indagini sono impressionanti – li considera un fatto normale e sgrana gli occhioni come a dire “ho fatto tutto alla luce del sole”. Il problema è che è vero! Ha fatto tutto alla luce del sole. Non considerano più il confine tra lecito e illecito, si considerano legibus soluti, le leggi non li riguardano. Chi coltiva relazioni con un affarista e gli concede quello che ad altri non viene concesso, compie un atto ignobile.
Secondo alcune statistiche, Brugnaro risulta tra gli amministratori più popolari. Come se lo spiega?
Si è spezzato qualcosa nel senso morale e collettivo, l’antico confine tra pubblico e privato è stato sostituito dall’estensione alla cosa pubblica delle logiche del mercato, guidate esclusivamente dai conti su profitti e perdite. Viviamo in un epoca di nichilismo deteriore: in assenza di qualsiasi principio valgono solo il successo e l’insuccesso. Finché Brugnaro ha successo anche i suoi sudditi lo sostengono, indifferenti al fatto che li abbia ingannati o meno. Magari si aspettano che arrivi loro qualche briciola.
E Venezia è diventata un parco giochi per turisti.
Su Venezia hanno scritto parole strepitose Salvatore Settis e Tomaso Montanari. È un simbolo del processo degradato di globalizzazione, che ha ridotto l’eccellenza a materiale di consumo.
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