Parla Renzo Macelloni, il sindaco da cui dipende la Belvedere spa che gestisce la discarica più grande della Toscana
di Ernesto Ferrara
Multiutility, la scossa di Peccioli. «Se si abbandona l’idea sbagliata della quotazione in Borsa e si avvia uno studio serio su una forma di azionariato popolare per la gestione dei servizi pubblici toscani noi siamo pronti ad avviare un ragionamento per entrare nell’operazione della multiutility» annuncia Renzo Macelloni, il sindaco che ha fatto dei rifiuti il tesoro di Peccioli, nel Pisano. Modello internazionale nella gestione della spazzatura, la Belvedere, spa a partecipazione popolare con 900 soci cittadini, è a capo della discarica più grande e ricca della Toscana ed è il proponente di quello che probabilmente sarà l’unico grande impianto dei rifiuti che verrà realizzato nei prossimi 5 anni in regione, un ossicombustore di nuova generazione pensato per le esigenze della costa ma potenzialmente in grado di ingrandirsi e ricevere anche i rifiuti dell’Ato centro, cioè la zona di Firenze. Il “ gioiello” di Peccioli, la Belvedere, è una delle spa ancora non coinvolte da Alia- multiutility, la società nata nel 2023 con l’obiettivo di unificare le decine di grandi e piccole società toscane dei servizi ( luce, acqua, gas e rifiuti) e che fin qui ha messo insieme solo le spa di Firenze, Prato, Pistoia, Empoli e in parte Arezzo ma non ha ancora bucato tra i player del nord, del sud e della costa, a cominciare da Reti Ambiente. Proprio questo è uno dei nervi scoperti della gestione di Alberto Irace, l’ad di Alia- multiutility che più d’uno nel Pd vorrebbe ora fosse messoin discussione: « La quotazione in Borsa va superata, pensiamo all’azionariato popolare. La multiutility ora deve aggregare e allargarsi» ha chiesto nei giorni scorsi in un’intervista aRepubblica il segretario regionale del Pd Emiliano Fossi. E adesso Peccioli si fa avanti. Si dice disponibile ad un negoziato per entrare che, sostiene Macelloni, «potrebbe interessare anche il sindaco del centrodestra di Pisa Conti » e « gli altri territori di Retiambiente » : « Non è una questione ideologica, ma pragmatica. A2A, Hera e Iren hanno cominciato 30 anni fa col modello liberista che teorizza oggi Irace, cioè una multiutility quotata in Borsa che va a gestire servizi in giro per l’Italia facendo utili da portare qui. Ma la Borsa produrrebbe una privatizzazione di fatto dei servizi pubblici perchè i soldi lì li fai con le ricapitalizzazioni. E sfidi panfili con le barchette. Un modello fondato sull’azionariato popolare che coinvolga le famiglie toscane può invece garantire anche gli investimenti: è un mercato tutelato che deve produrre utili per legge, qualche banca negherebbe finanziamenti? » ragiona Macelloni. Andare in Borsa doveva in effetti servire alla multiutility a finanziare nuovi impianti, ma sia Empoli che Pontedera e Rosignano hanno fatto flop. Peccioli, entrando nella multiutility, potrebbe offrire una chance anche all’Ato centro prendendo nel nuovo impianto l’indifferenziata trasformata in speciale: « Un passo per volta. Il nostro impianto è progettato per l’Ato costa, poi si può ragionare di tutto, di un allargamento, ma ora non è nemmeno in discussione. Se fosse fatto il nostro impianto e si vedesse che funziona magari si convincerebbe anche Empoli o un altro territorio a farne uno uguale. Intanto si crei un percorso virtuoso regionale» invoca Macelloni. E per la multiutility una nuova sfida.