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Per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin potrebbero incontrarsi faccia a faccia a Istanbul. L’obiettivo non è ancora una pace stabile, ma un cessate il fuoco di trenta giorni, proposto da un gruppo di leader europei – Macron, Starmer, Merz e Tusk – con l’appoggio di Washington. In alternativa, Mosca rischia nuove sanzioni.
Putin ha risposto rilanciando i negoziati interrotti nel 2022, a condizione che cessino gli aiuti militari occidentali all’Ucraina. Zelensky ha accettato di partecipare anche senza una tregua preliminare, rafforzando la sua immagine internazionale. Donald Trump, sempre più coinvolto, potrebbe essere presente all’incontro, alla ricerca di un successo da spendere in campagna elettorale.
In questo scenario dinamico, ha fatto rumore l’assenza di Giorgia Meloni dal vertice dei cosiddetti “volenterosi” a Kiev. Mentre le principali potenze europee provano a costruire una posizione comune, l’Italia appare defilata. Una scelta che ha attirato critiche, soprattutto in un momento in cui l’Europa cerca coesione e visibilità politica.
Le distanze tra Mosca e Kiev restano profonde, ma un cessate il fuoco resta possibile. Una tregua che, se arriverà, non sarà una soluzione definitiva, ma solo un modo per congelare il conflitto. La vera pace, almeno per ora, resta lontana.