PerSiena: Sosta selvaggia nel centro storico. quali soluzioni?
29 Gennaio 2024Ho studiato a Siena. Ho amato Siena. Non la riconosco più.
29 Gennaio 2024di Alessandro Bagnoli
Vino e cibo sotto gli affreschi quattrocenteschi del Pellegrinaio. Questo è il risultato della mancanza di una visione progettuale per il Santa Maria della Scala. La prossima occasione sarà sicuramente quella dell’affitto per matrimoni di lusso. Avendo purtroppo accantonato il progetto di fare dell’ex Ospedale la nuova sede della Pinacoteca Nazionale (e magari anche di altre raccolte cittadine), il grande complesso sembra gestito come un teatro tenda, buono per tutte le occasioni, salvo quella di farne un centro culturale di eccezionale interesse, dove potrebbero ben convivere musei, biblioteche e strutture per lo studio universitario. Le colpe di questa grave e persino ridicola situazione sono da distribuire fra centro e periferia. Dalla infausta gestione del Ministero nelle mani del pessimo Franceschini è arrivata la destrutturazione del mondo della tutela e della conservazione, con la separazione dell’azione del territorio da quella dei grandi musei, gestiti con finalità aziendali, che mirano sostanzialmente all’incremento della vendita dei biglietti e molto meno a creare centri di servizio sociale, vale dire strutture per formazione culturale dei cittadini. Tutto questo di fatto ha bloccato l’accordo per il passaggio della Pinacoteca al Santa Maria della Scala. Le amministrazioni comunali (le ultime due in particolare) hanno brancolato nel buio, non sapendo come gestire il Santa Maria della Scala, abbandonando, invece di rivendicare, il ‘diritto’ locale di creare la cittadella della cultura e dei musei. Intanto, mentre si brinda e si mangia sotto gli affreschi, nessuno si accorge che la scena di Domenico di Bartolo con l’Assistenza ai poveri si sta polverizzando nella parte alta e nella soprastante volta per le infiltrazioni d’acqua e che ancora per l’umidità proveniente dai locali soprastanti si sta rovinando la parete della prima campata, dove per fortuna restano solo pochi frammenti di figurazioni murali. Chi si preoccupa oggi della manutenzione e della conservazione di queste opere? Per rendere evidente lo stato disastroso del Santa Maria della Scala basterebbe un visita ai piani alti dell’edificio, quelli dove erano dislocati i vari reparti ospedalieri. Chiunque li visitasse penserebbe di essere in un edificio semi distrutto da un bombardamento. Purtroppo è un paragone che viene in mente in questi sciagurati tempi di guerra, che ci mostrano l’annientamento di intere città. Chi penserà ad arrestare il degrado di questi locali del Santa Maria della Scala?