L’avvocato di lei contro la procura di Siena: “ Non ha attivato il codice rosso” e accusa anche Federscherma: “ Non ha preso provvedimenti sui suoi tesserati”
di Luca Serranò
Era partita per l’Italia con l’entusiasmo dei suoi 17 anni, per preparare la stagione fianco a fianco con altre promesse della scherma. Ma la prima notte di ritiro si è trasformata in un incubo, tutto per colpa di tre giovani atleti italiani.
Indaga la procura di Siena sulla denuncia presentata da una schermitrice 17enne, originaria dell’Uzbekistan, che ha raccontato di aver subito violenza sessuale di gruppo durante un ritiro a Chianciano Terme. Una denuncia rimasta nell’ombra per tutti questi mesi, fino a quando l’avvocato della giovane, Luciano Guidarelli, ha rotto il silenzio denunciando l’ « inerzia » della procura ( « Non ha attivato il codice rosso » ) e il comportamento di Federscherma, che non avrebbe preso provvedimenti a carico dei tre indagati, 20, 18 e 17 anni all’epoca dei fatti.
«Il fatto che gli indagati non siano stati sanzionati o sospesi ha reso possibile che la giovane li abbia nuovamente incontrati durante gare ealtri ritiri, con conseguenti traumi — commenta il legale — La ragazza quando si è resa conto di ciò che aveva subito ha avvisato la compagna di stanza e la madre che è subito arrivata in Italia, la Federscherma è stata avvertita ma non abbiamo mai avuto riscontri né di provvedimenti nei confronti degli atleti coinvolti né di solidarietà nei confronti della vittima».
Secondo la denuncia, tutto è accaduto la notte tra il 4 e il 5 agosto, nel corso di un ritiro estivo cui partecipavano le squadre di diverse federazioni. Giorni di lavoro, ma anche un modo di fare nuove conoscenze e passare giorni spensierati lontano da casa. In questo clima, la ragazza — con importanti titoli a livello giovanile — si sarebbe fatta attirare in una trappola dai tre atleti italiani. Che l’avrebbero convinta a bere shot e birre, fin quasi a stordirla, e poi a seguirli in camera. « Mi sono svegliata e uno di loro era accanto a me, gli altri due in piedi che scherzavano», la testimonianza della ragazza, che avrebbe lamentato giramenti di testa tanto da temere di essere stata drogata. «C’è il forte sospetto che le abbiano dato dello stupefacente, ci sono valori anomali dagli esami che sembrano non spiegarsi in altro modo » , attacca ancora l’avvocato Guidarelli.
Accuse pesanti, respinte dai diretti interessati: «Non hanno mai usato violenza nei confronti di nessuno — dice l’avvocato Enrico De Martino, che assiste i due maggiorenni — Rimaniamo in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria che, come emerge dagli atti sin qui depositati, ha svolto indagini sin da subito per ricostruire gli avvenimenti nell’immediatezza dei fatti » . Netta anche la replica dei vertici della scherma italiana: « La Federazione ha tempestivamente, e in più occasioni, avuto confronti diretti con la magistratura — viene spiegato — Ha dettagliatamente risposto all’avvocato della denunciante, depositando anche la nomina per una costituzione di parte civile nell’eventuale giudizio. Valuteremo tutte le azioni necessarie a tutela » . Anche il presidente della Fis, Paolo Azzi, si difende: «Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non abbiamo i poteri per indagare su ipotesi di reato gravi come queste, da codice rosso — commenta — Abbiamo attivato la procura e la giustizia federale, su quali basi possiamo sospendere gli atleti indagati oggi? Serve almeno un provvedimento cautelare, un rinvio a giudizio o la chiusura delle indagini » . Dovrà essere ora la procura a cercare riscontri. Il lavoro si concentra sui telefoni sequestrati agli indagati, da cui potrebbero arrivare per ricostruire la vicenda e a chiarire se siano stati girati anche dei video.