Visibilia Editore, sospesa in Borsa in quanto in amministrazione giudiziaria su ordine del tribunale civile di Milano e oggi guidata dal commissario Maurizio Irrera, ha ottenuto dai pm parere favorevole al patteggiamento. Ieri la ministra, attraverso le sue società, ha versato alla Editore i 4,5 milioni di aumento di capitale necessari a ripianarne i debiti e ad assicurarne la sopravvivenza. La Gup di Milano, Tiziana Gueli, ha invece rinviato al 23 ottobre la decisione anche sulla richiesta della difesa di Santanchè di trasferire il processo a Roma per questioni di competenza territoriale e di riqualificare il reato a indebita percezione di erogazioni pubbliche. Durante l’udienza è stata poi ammessa la costituzione di parte civile dell’Inps. Secondo il capo d’imputazione, il “danno per l’Inps” è stato causato dalla “percezione indebita” di oltre 126 mila euro per 20.117 ore di cassa integrazione Covid. Della somma, quasi 37 mila euro sarebbero andati a vantaggio della Editore per sette dipendenti, e poco meno di 90 mila alla Concessionaria per altri sei. Le due aziende saldavano ai lavoratori la differenza tra l’assegno Cig e lo stipendio normale sotto forma di rimborsi spese per trasferte, un’assurdità visti i lockdown. Visibilia Editore ha proposto di sanare (i versamenti sono in corso) anche i verbali di accertamento Inps: se il Gup Gueli darà l’ok al patteggiamento – che per la Cassazione, va ricordato, non implica l’ammissione di colpevolezza – non scatteranno confische né interdizioni (ad esempio quelle di fare contratti con la pubblica amministrazione). Anche Concessionaria ha preannunciato che pagherà i verbali.
La “furbata” sulla cassa Covid era stata svelata dal Fatto il 5 novembre 2021, con la pubblicazione delle registrazioni dei colloqui telefonici del 12 e 17 novembre 2020 tra la superteste Federica Bottiglione, ex manager di Visibilia ed ex collaboratrice parlamentare di Santanchè e di Ignazio La Russa, con Kunz e Concordia. A Bottiglione che chiedeva spiegazioni sulle buste paga, il compagno della ministra rispondeva “anche M. sta qua davanti a me, a zero ore. So’ tutti a zero ore… adesso, è chiaro, non è che possiamo renderli all’Inps perché sarebbe come ammettere…”, e Concordia “l’Inps ti ha pagato… Che hai lavorato, lo sappiamo io, noi e te, l’Inps non lo sa”.
Ma quello sull’ipotesi di truffa all’Inps è solo il secondo procedimento in corso a Milano in cui Santanchè rischia di finire a dibattimento. La scorsa settimana è iniziata l’udienza preliminare per false comunicazioni sociali a carico della senatrice e altri 19 soggetti, tra cui Kunz e Concordia e tre società del gruppo Visibilia. A Milano poi si indaga anche sul fallimento di Ki Group, società del biologico nella quale Santanchè aveva ruoli manageriali. Per la ministra i guai giudiziari rischiano di moltiplicarsi.