Roxy Music – More Than This
7 Marzo 2023A Siena va in scena la fantapolitica
7 Marzo 2023Siena, un centinaio di persone con la famiglia a 10 anni dalla morte del manager Mps
Aldo Tani
Siena «Dieci anni senza verità per David». Due striscioni uniti, quello nuovo e il vecchio, per ricordare David Rossi a 10 anni dalla scomparsa. In mezzo Carolina Orlandi, figlia di Antonella Tognazzi, moglie di David. La vedova è ferma in piedi, sotto la sede di Mps. La mamma di David, Vittoria Ricci, depone nel vicolo dieci girasoli, uno per ogni anno trascorso. Davanti a loro una platea ristretta: nemmeno 100 i presenti. Differenza evidente rispetto a quanto accadde il 6 marzo 2016, con più di 500 persone a sfilare per il centro storico.
La tragedia era ancora fresca, ma aveva già alimentato dietrologie e teorie del complotto. La realtà era ferma alla inchieste avviate dai magistrati senesi. La prima, aperta per istigazione al suicidio, si era chiusa circa due anni prima. «Nessun punto oscuro può ritenersi sussistere e nessun dubbio», scriveva il gip Monica Gaggelli, archiviando il caso come suicidio. La seconda era in corso da qualche mese. Si concluderà nel luglio 2017. Il gip Roberta Malavasi predispone una seconda archiviazione, stralciando l’ipotesi di omissione di soccorso. Il suicidio viene confermato.
Epilogo di una vicenda iniziata alle 19.43 del 6 marzo 2013, in una serata piovosa. Rossi è sul selciato di vicolo di Monte Pio, una strada senza sfondo dietro la sede della banca. Le ricostruzioni successive, grazie al filmato di una telecamera, accerteranno che prima di morire è rimasto agonizzante per terra una ventina di minuti senza che nessuno intervenisse. Quando arrivano i soccorsi è ormai troppo tardi. Secondo la relazione del Ris dei carabinieri, chiamati a eseguire una maxi-perizia dalla commissione parlamentare d’inchiesta, «tra le varie ipotesi di caduta la dinamica la più compatibile è quella in cui Rossi, cosciente, si tiene aggrappato con le mani alla barra di protezione e si lascia cadere nel vuoto a candela con la parte anteriore verso il palazzo». In pratica, un gesto volontario.
«Altre ipotesi con la presenza di terzi che lasciano cadere Rossi riproducono ipotesi non compatibili con le dinamiche di caduta», aveva sottolineato il comandante del Ris Sergio Schiavone a luglio. Potrebbe essere anche il punto esclamativo a lungo ricercato, se non fosse che nello stesso documento i medici legali evidenziano «nove lesioni non compatibili con il meccanismo di precipitazione». E ancora: «Non possono andare oltre le 12-24 ore precedenti la caduta. Possiamo escludere che siano auto inferte, magari accidentali». Per i familiari la prova che Rossi sarebbe stato picchiato prima di cadere.
«C’è la possibilità che ci sia l’istigazione al suicidio — aveva evidenziato il presidente della commissione Pierantonio Zanettin — Le lesioni riscontrate, che potrebbero risalire alle ore precedenti, potrebbero aver costituito una minaccia e aver messo in condizione David Rossi di compiere un gesto estremo». La richiesta di riaprire nuovamente le indagini, questa volta per omicidio, avanzata dalla famiglia non è stata accolta. Si profila però una nuova commissione d’inchiesta: manca solo la discussione in aula, calendarizzata alla Camera tra il 20 e 21 marzo.
https://corrierefiorentino.corriere.it/