il retroscena
federico capurso
A differenza di quello che sembra sostenere il governo Meloni in queste ore, i vertici dei servizi segreti italiani, convocati lunedì mattina a palazzo Chigi, non hanno mai fatto riferimento ad alcuna evidenza che dimostri un ruolo attivo dei mercenari russi della Wagner nella spinta di migliaia di migranti verso il nostro Paese. «Nel corso di quel confronto a palazzo Chigi – riferisce a La Stampa una fonte di primo livello del governo, presente alla riunione – né il Dis guidato da Elisabetta Belloni, né l’Aise di Giovanni Caravelli hanno mai posto un nesso, fondato su informazioni e prove certe, che collegasse l’aumento dei flussi migratori a operazioni di guerra ibrida riconducibili all’operato della Wagner».
Le successive dichiarazioni di alcuni ministri, anche loro presenti a quell’incontro, tra cui quelle del titolare della Difesa Guido Crosetto e quelle del vicepremier Antonio Tajani (che era in video collegamento da Israele) sarebbero quindi – secondo la nostra fonte – solo delle «ipotesi» elaborate sulla base dalle informazioni fornite dall’intelligence e non, come è apparso ieri, delle certezze che poggiano su delle prove fornite dal Dis e dell’Aise. La differenza, evidentemente, è sostanziale.
A tirare in ballo per primo i servizi segreti è stato Crosetto. Il ministro della Difesa sosteneva che al problema migratorio «si è aggiunta una ulteriore spinta, che fa parte di una strategia di guerra ibrida portata avanti anche da soggetti come la divisione Wagner» e che «un’allerta in questo senso era già giunta dai servizi, come dal Copasir». Anche Tajani, pur senza citare il Dis e l’Aise, parlando con Il Giornale al termine della riunione a palazzo Chigi, sembra perfettamente allineato a Crosetto sugli obiettivi della Wagner: «Abbiamo indicazioni – sottolinea – che li dicono molto attivi e in contatto con bande di trafficanti e di miliziani interessati al traffico di migranti. La Wagner ha un ruolo diretto nella destabilizzazione della Libia». Sulla base di «indicazioni», di «un’allerta dei servizi» e del lavoro del Copasir, il governo Meloni lascia intendere che non ci sono dubbi: anche la Wagner sta avendo un ruolo nell’aumento dei migranti in arrivo dall’Africa.
Ora le opposizioni chiedono a Crosetto e a Meloni di venire in Aula per spiegare quali siano queste «evidenze». Sarà complicato, se nella riunione non sono state fornite. E neanche dal lavoro del Copasir emergono prove certe in questa direzione. Quello che emerge, semmai, è un’attività sempre maggiore degli spietati mercenari di Putin nelle zone del Sahel, così come nella Cirenaica, con l’obiettivo di destabilizzare l’area e assumerne il controllo indiretto. Ed è certamente una forma di guerra ibrida, ad esempio, il blocco del grano in Ucraina «impiegato anche per alimentare flussi migratori destabilizzanti dall’Africa e dal Medio Oriente verso l’Europa», si legge nella relazione del Copasir del 2021. È appurato poi che la Bielorussia, in tandem con Mosca, abbia usato migliaia di profughi – portati via aereo a Minsk dall’Iraq, ma anche dalla Siria (sponda Turchia), dove è presente la Wagner – per poi ammassarli ai confini della Polonia con l’obiettivo di creare tensioni nel Paese.
Ci sono indizi, e molti, ma un conto è parlare di un ragionevole sospetto, altro conto è sostenere che i servizi segreti abbiano fornito al governo indicazioni chiare e prove certe di operazioni della Wagner nel Sahel e in Libia per spingere i migranti verso le nostre coste.