Il porno resta appannaggio maschile, così come il racconto del piacere
Eppure le donne fanno sesso e ne parlano come gli uomini Ecco perché è ora di riconoscerne lo sguardo
Dai ritratti che gli autori uomini hanno fatto, lungo tutta la storia della letteratura, di noi donne, della nostra sessualità e del nostro piacere ne usciamo in tre modi: o sante, o puttane, o morte. Ed eccoci allora angelicate come la Beatrice di Dante o la Laura di Petrarca; “ madonnine infilzate” come la Lucia Mondella di Manzoni; giudicate di facili costumi come la Lesbia di Catullo, Constance Chatterley di D. H. Lawrence o Hester Prynne di Hawthorne; compiante come la Silvia di Giacomo Leopardi, o Emma Bovary e Anna Karenina, che trovano espiazione dell’adulterio solo nel suicidio.
Permettetemi, siamo un po’ più complesse di così. E il concetto di mansplaining, ovvero l’atteggiamento paternalistico con cui certi uomini si arrogano il diritto di spiegare alle donne le “ cose da donne”, lo conosciamo tutte. Il patriarcato ha costituito una gerarchia del piacere, in cui quello maschile è prioritario, anche perché funzionale alla procreazione, mentre quello femminile è considerato secondario se non addirittura superfluo, il che ha stabilito un’ulteriore forma di controllo.
Un esempio alla portata di tutti? Il porno. Il 99% dei filmati ha come target il raggiungimento del piacere maschile.
Dialoghi, caratterizzazione dei personaggi o contestualizzazione non sono rilevanti.
Nel migliore dei casi ci mostrano una fanciulla dall’aria avvilita, rimasta a secco con l’auto, in attesa di aiuto a bordo strada — perché sia in mutande in tangenziale non lo sappiamo, forse ha subito un furto — ma anziché il soccorso Aci — non è socia dell’Automobile Club, perciò escludiamo che sia Magda, la moglie di Furio — giunge un uomo con un pick- up che accosta vedendola sbracciarsi disperata.
Le fa il pieno, ma non nel serbatoio che pensiamo noi.
La scelta stilistica e registica funziona, lo confermano i commenti sotto al video, di uomini che acclamano entusiasti la performance.
Commenti di donne, invece, non pervenuti.
Li troviamo, però, in una sottocategoria gelosamente custodita dall’algoritmo del sito arancionero: roleplay audio only.
Sono tracce audio, nelle quali la voce roca e suadente di un uomo coinvolge l’ascoltatrice in un gioco di ruolo, ove è la protagonista di una fantasia erotica. Non si vede nulla, ma nella propria testa, lei immagina tutto.
La voce dello speaker la guida verso il piacere, le fa sentire che è lei che conta, che viene prima ( in tutti i sensi).
Ne emerge che il raggiungimento del piacere maschile e femminile passa da stimoli differenti: quello maschile è visivo; quello femminile mentale.
Sedurre la mente e non lo sguardo richiede unosforzo maggiore, motivo per cui parlare di piacere femminile è ancora quasi tabù. Per esigere una prima, vera considerazione e affermare il diritto di noi donne al piacere, scollandoci quindi dallo stereotipo sante- puttane- morte, bisogna attendere la rivoluzione sessuale e i movimenti femministi degli anni Sessanta e Settanta. Finalmente sono le autrici a raccontare il piacere femminile senza pudore, con Emmanuelle, di Emanuelle Arsan ( 1967), Histoire d’O, di Dominique Aury, che arriva in Italia nel 1968, e L’amante di Marguerite Duras ( 1984).
Le donne fanno sesso quanto gli uomini, pensano al sesso quanto gli uomini, parlano di sesso esattamente quanto gli uomini e hanno il medesimo diritto di scrivere di sesso tanto quanto i colleghi uomini. Poi, a inizio anni Novanta, il fantasma dell’Aids fa calare il sipario su questa agognata rivoluzione. Nei romanzi il sesso si fa a porte chiuse, le eroine non hanno impulsi o pretese, riportandoci alla casella di partenza.
Serviranno quasi altri dieci anni per riprendere il coitus dove l’avevamo interruptus con la serie Tv Sex & the City, tratta dall’omonimo romanzo di Candace Bushnell. È un fenomeno culturale: Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha parlano di sesso, fanno sesso senza portare per forza la fede al dito ed esigono la propria soddisfazione. In letteratura arriva il chick- lit, sottogenere del romance che racconta di donne imperfette, autoironiche, in cerca di realizzazione personale a prescindere dall’amore e che lasciano la porta della loro camera da letto aperta ai lettori. Nel 2003, la diciassettenne Melissa P. sconvolge il panorama letterario italiano con Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, il racconto onesto e smaliziato delle avventure sessuali di un’adolescente. Ma la vera rivoluzione arriva nel 2012: E. L. James è la capofila del romanzo erotico contemporaneo con la saga delle Cinquanta Sfumature, nella quale il sesso diventa il vero protagonista della storia. Da autrice, penso che oggi scrivere di sesso sia un necessario gesto di riappropriazione dopo secoli in cui siamo state delegittimate ed escluse da un atto del quale dovremmo essere partecipanti attive. « I pompini » — cito — « Sono una delle meraviglie del mondo » . Questo estratto viene da Atti osceni in luogo privato, apprezzata opera di Marco Missiroli, premiata con il SuperMondello nel 2015.
Il sesso scritto dagli uomini è letteratura; il sesso scritto dalle donne è bieco intrattenimento, ma in questa fase di cambiamento culturale la prossima sfida da affrontare è riconoscere a entrambi pari valore.
Altrimenti, se noi donne non siamo degne di scriverne, il sesso fatelo da soli.