Appello al Quirinale di 55 città del Mezzogiorno dopo la proposta di Calderoli Il ministro: “Querelo chi dice che spacco l’Italia”. Tajani: “Il Meridione non va penalizzato”
ROMA — Da Pozzallo ad Agrigento, da Isola Capo Rizzuto a Matera, da Acquaviva delle Fonti a Terlizzi: per ora sono 55 i sindaci di comuni del Sud che da lunedì, subito dopo Capodanno, si sono coordinati per scrivere a Sergio Mattarella. Sono amministratori di centrodestra, centrosinistra, dei 5 Stelle e civici. Carta intestata di ciascun Comune, pec al Quirinale e un appello chiaro: fermare il disegno dell’autonomia differenziata di Roberto Calderoli. «La ringraziamo per aver fatto riferimento, nel suo discorso di fine anno, alla Costituzione e alle ingiustizie determinate dalle differenze tra i diversi territori del nostro Paese», scrive ad esempio Davide Del Re, primo cittadino di Cassano delle Murge, in provincia di Bari. Angelo Conti, fascia tricolore nella cittadina palermitana di Valledolmo, chiede al presidente della Repubblica «di suggerire alle forze politiche del nostro Paese di prevedere, al primo posto della loro agenda politica, misure che possano ridurre queste distanze — su indicatori come la mortalità infantile, la diversa aspettativa di vita dei bambini del Sud rispetto a quello del Nord (minore di 3,7 anni per un bambino di Caltanissetta rispetto aun coetaneo di Firenze), il ricorso a cure mediche fuori regione, il tasso di disoccupazione, l’emigrazione intellettuale, la dotazione infrastrutturale, l’occupazione femminile, la qualità del sistema scolastico e universitario, eccetera — anziché insistere su un progetto di autonomia differenziata che potrà soltanto acuirle».
I sindaci chiedono un incontro a Mattarella, perlomeno quelli radunati attorno alla rete “Recovery sud” che da mesi si sta coordinando per far pesare di più il Mezzogiorno e le sue amministrazioni locali. Il punto è la progressiva e costante riduzione dei fondi, anno dopo anno, che vanno nelle case dei comuni. «Siamo decisi a promuovere un’azione congiunta per il superamento degli storici divari, affermando il valore della coesione nazionale e proponendo soluzioni a partire da un confronto fondato su un’analisi più puntuale dei bisogni dei nostri territori », chiude la sua lettera Angelantonio Angarano, sindaco di Bisceglie.
Chissà se a questo punto il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, che sta lavorando al disegno di riforma appena inviato in Consiglio dei ministri, querelerà anche i sindaci in questione. Alcune critiche lette sinora, dove si fa riferimento ad un ddl “spacca Italia” «sono diffamazione, forse addirittura calunnia — dice — perché mi si attribuisce un’inventata volontà di spaccare il Paese. Sono il ministro per le Regioni, di tutte le Regioni italiane, non di alcune sì e altre no e proprio per questo sto girando l’Italia in lungo e in largo per incontrare di persona tutti i governatori regionali. Non intendo querelare nessuno per ora ma se mi capiterà di leggere ancora frasi offensive e calunniose allora sarò costretto a procedere alle vie legali». Dopodiché la trasversalità delle amministrazioni del sud che vedono una minaccia concreta nel disegno leghista fanno intendere la creazione di una opposizione pronta ad organizzarsi e a condizionare anche gli altri partiti del centrodestra. Sul piano formale Fratelli d’Italia e Forza Italia lavorano con la Lega — bisognosa più che mai di portare a casa un provvedimento bandiera per il proprio territorio — ma poi nella realtà è una tutta una sfilza di vedremo, valuteremo, capiremo. Vedi ieri alla presentazione della candidatura di Francesco Rocca a presidente del Lazio per la coalizione, con il ministro degli Esteri e coordinatore forzista Antonio Tajani secondo il quale «il Consiglio dei ministri è una riunione di tante persone, decideremo assieme, l’importante è non penalizzi il meridione, ci deve essere un ruolo specifico per la città di Roma. E poi se ne parlerà in Parlamento». Oppure il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida: «C’è tutto il tempo per limare quelle che sono le eventuali criticità».