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22 Dicembre 2023Approvato il bilancio della Regione dopo le trattative col Pd. Giani fa infuriare il governatore lombardo
Giulio Gori
La legge di stabilità della Regione è stata approvata la notte scorsa e, con essa, anche l’emendamento che aumenta l’addizionale Irpef, per recuperare 200 milioni di disavanzo nel bilancio della sanità. Ma in una giornata fatta di trattative, riunioni a porte chiuse, continui rinvii del Consiglio, Italia viva resta con un piede dentro e uno fuori dalla maggioranza, decidendo di uscire dall’aula al momento del voto. Il partito di Renzi non vota contro le tasse, come aveva annunciato, ma non rientra neppure nei ranghi, come aveva auspicato il governatore Eugenio Giani.
Se il Bilancio è l’atto cruciale di un’alleanza di governo, Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci, i due esponenti di Iv, si sono alzati dai loro scranni in tutte e quattro le votazioni decisive. «Non condividiamo la scelta delle tasse, nel metodo, nel merito, ma anche nella scelta della gradualità», è stato il commento di Scaramelli al momento delle dichiarazioni di voto.
Le trattativePer gran parte del pomeriggio, la ripresa del Consiglio viene annunciata e poi rinviata, a causa di un lungo vertice di maggioranza a porte chiuse. I consiglieri di Iv — capitanati dall’europarlamentare Nicola Danti, mentre Giani ne approfitta per una puntata a Montecatini per l’inaugurazione dei lavori alla stazione — cercano una mediazione, una riformulazione delle aliquote per poter rivendicare una vittoria, mentre fuori la vice presidente della Regione Stefania Saccardi, sempre in quota Iv, scherza sui colleghi: «Io non ho tempo da perdere, io ho da lavorare» e qualcuno la sente addirittura ribattezzarsi «ex vice presidente». Più tardi, dal Pd e da Iv, arriveranno rassicurazioni: «Figuriamoci, nessuno la schioda». Nei corridoi si scherza, c’è chi scommette sulle possibili contropartite in discussione, mentre le opposizioni, in una conferenza stampa congiunta di Lega, Fdi, Forza Italia e M5S, tuonano contro «le trattative non trasparenti», «il mercato delle vacche», «il Partito delle Tasse e Italia Confusa». Alla fine è fumata nera: l’emendamento non viene neppure ritoccato. «Stare in una coalizione non riguarda solo il passato, ma anche il presente e il futuro», è il monito del capogruppo Pd, Vincenzo Ceccarelli ai quasi alleati. Da parte sua, Scaramelli motiva la decisione di non votare contro il Bilancio a seguito della promessa, fatta proprio da Ceccarelli, di abbassare (o cancellare) le nuove tasse già nel 2024, se da Roma dovessero arrivare le risorse sperate.
Giani e la Lombardia«Io sono stato costretto a mettere nuove tasse», è l’esordio del discorso che il governatore pronuncia ieri in aula, quando promette anche che dal 2025 abbasserà le tasse, ma non può oggi garantire la totale cancellazione dell’aumento dell’Irpef. Il suo è un atto di accusa contro il governo per non aver garantito la copertura del payback dei dispositivi medici: «Il governo ha scelto le lobby rispetto al popolo». Ma la frase che fa saltare in aria le opposizioni è la difesa del sistema sanitario pubblico toscano, contro quelli più convenzionati con i privati: «Ho la sensazione che qualcuno ci voglia portare a questo modello. Pensiamo al Covid, andate a vedere il numero dei morti in Lombardia e quello in Toscana». Parole che arrivano al governatore lombardo Attilio Fontana che si infuria: «Resto basito, neanche nei momenti della propaganda più bieca si è arrivati a tanta bassezza. Paragonare lo tsunami scatenatosi in Lombardia a quanto vissuto in Toscana giocando sui numeri dei morti è vergognoso». Giani ha poi ribadito la sua massima stima per Fontana («Il mio era un ragionamento politico»). La Lega espone uno striscione, «Giù le mani dalle tasche dei toscani», mentre FdI, in una conferenza stampa, tende la mano al governatore sulla task force per riformare il sistema sanitario e contenere le spese per il futuro: è il consigliere Diego Petrucci a chiedere un piano del fabbisogno del personale, il taglio dei primariati, la riorganizzazione dei piccoli ospedali e un «Piano Marshall per la digitalizzazione della sanità». Marco Stella (Forza Italia) attacca Pd e Iv: «Chi non vota il bilancio abbia la coerenza di far cadere la giunta».
Il pressing sindacaleA Giani viene recapitata una lettera dell’intersindacale medica che contesta l’aumento dell’Irpef. È lo stesso governatore a rivelare la ricetta alternativa proposta dai medici: e se il capo della giunta dice di no all’idea di chiudere i piccoli ospedali, apre invece al rafforzamento della sanità territoriale e a una nuova verifica sull’appropriatezza prescrittiva, ovvero sull’eccesso di ricette per esami e visite. Sul fronte sindacale la Fiom Cgil e la Cisl sono pronte a iniziative di protesta già per oggi. Alle 10, a Massa davanti al teatro Guglielmi e a Firenze, davanti al nuovo ingresso di Careggi, si terranno presidi di protesta.
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