Lo scenario è questo: esclusivo e lussuoso hotel St. Regis di Roma, tra la fontana del Mosè e piazza della Repubblica, non lontano da Termini. Qui nella Royal Suite hanno alloggiato tra gli altri la principessa Grace di Monaco, svariate teste coronate, i Rolling Stones, Elizabeth Taylor e Richard Burton, Madonna, Leonardo Di Caprio, solo per fare qualche nome. L’occasione è quella dell’incontro con un ministro per ipotesi e previsioni sull’andamento dell’anno, chiamato outlook, organizzato dalla Ernst&Young Italia, la diramazione nostrana del colosso americano di consulenze finanziarie e revisione contabile. In genere vengono invitati per una prolusione, uno speech dicono da queste parti, ministri dell’Economia e delle Finanze, negli anni passati l’attuale sindaco di Roma Roberto Gualtieri e, lo scorso anno, Giancarlo Giorgetti.
Questa volta, viste le incertezze dello scenario internazionale, la Ernst&Young ha invitato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. È lo scorso lunedì sera, l’evento è a porte chiuse, ma sempre qui preferiscono dire in chat house, e Crosetto, prima di attovagliarsi con i commensali, raggiunge il “pulpito” per l’orazione. Davanti a lui una cinquantina di selezionatissime personalità, tra quadri dirigenti della stessa Ernst&Young, amministratori e proprietari di importanti aziende italiane che alla società americana si appoggiano. Il tutto è riservatissimo, in chat house, appunto, e il successo dell’iniziativa è determinato soprattutto da quanto il segreto regge, tanto che nessun organo di stampa ne è reso partecipe, ma quattro diverse fonti, presenti all’evento, ci hanno confermato quanto segue.
Quello che deve fare Crosetto non è altro che illustrare ai presenti le previsioni sul 2024 dalla postazione di privilegio del governo, quindi formulando il discorso sulla base di elementi e conoscenze che un comune mortale non può avere. Ebbene, lo scenario geopolitico sul prossimo futuro anticipato da Crosetto è definito – da un invitato alla serata/cena – “a dir poco apocalittico”.
Primo passaggio sugli Stati Uniti d’America: la vittoria di Trump alle Presidenziali di novembre, sostiene Crosetto, è più che sicura. Non ci sarà nulla da fare per il presidente Biden e i democratici. Secondo capitolo: la guerra russo-ucraina. Kiev nel corso dell’anno capitolerà definitivamente e Putin, immediatamente dopo, si sentirà abbastanza forte da tentare altre invasioni o attacchi contro Estonia e Lituania, il che porterebbe allo scontro diretto con la Nato, poiché i due Paesi baltici ne fanno parte dal 2004.
Terza parte: le cose si metteranno molto male anche in Estremo Oriente, con la Cina che, sempre più irritata dal nuovo governo separatista e filo-americano di Taipei, deciderà di passare all’uso della forza contro Taiwan. Quarta considerazione, prima di raggiungere le prelibate pietanze servite per l’occasione: il ministro non vede una possibile soluzione al conflitto in Medio Oriente, ma soltanto possibilità di allargamento dello stesso. Dunque la conclusione dei ragionamenti: “Per evitare di rimanere vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro l’Italia dovrebbe avviarsi a un progressivo disimpegno da ogni sostegno militare e porsi in una posizione neutrale”.
Quindi, a tavola e ancora lunghe e lunghe discussioni sui temi internazionali. Ciliegina sulla torta della cena una rivelazione fatta poi a margine, in piedi, davanti a sei, sette persone: “Le navi nel Mar Rosso? Fosse per me non ci manderei proprio niente. Ma siamo in un contesto americano, non abbiamo molti margini”. E sarà il contesto americano, allora, a far dichiarare allo stesso ministro in un’intervista ieri sul Corriere della Sera che l’Italia “è pronta al comando della missione nel Mar Rosso”.