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18 Novembre 2022L’allarme di Cgil, Sunia e di Udu: «I ragazzi lasciati soli nella morsa della speculazione immobiliare»
Jacopo Storni
«Zona Oltrarno, camera grande 16 metri quadrati con letto matrimoniale, 650 euro». Eccolo qui, uno dei tanti annunci che, nella giungla degli affitti impossibili, devono fronteggiare gli studenti fuori sede che vogliono studiare a Firenze. Si accontenterebbero di una stanza, ma a volte i prezzi, anche soltanto per una stanza, sono inaccessibili. E finisce che alcuni di loro rinuncino alla piazza di Firenze per la loro Università. Oppure prendono casa fuori città, con pendolarismi che talvolta sono estremi. Altri rinunciano addirittura allo studio perché scoraggiati. Il motivo è ormai noto: i proprietari di immobili, visto il turismo di massa, preferiscono affittare ai turisti, spesso con la formula Airbnb. Il rischio è più basso (per i proprietari) e il guadagno è maggiore. Tutto questo trasforma il mercato e i prezzi delle case (e delle stanze per gli studenti) aumentano a dismisura.
A far luce sugli affitti universitari arriva adesso un’indagine di Udu-Sunia-Cgil su 287 studenti che hanno manifestato disagi per il caro affitto. Quasi tutti vivono in stanze di case frazionate. Per una camera singola si pagano mediamente 450/550 euro al mese, mentre ci vogliono 300/400 euro a persona per un posto letto in doppia. La zona più cara è il centro storico (600 singola, 450 doppia), poi Campo di Marte (550 euro stanza singola, 400 euro doppia). «Firenze diventerà, o lo è già diventata, una città dove studiano solo i figli dei ricchi. Non mancano gli studentati privati nella nostra città: ma sono troppo cari ed inaccessibili. È la città degli student hotel, ma non degli studenti», ha detto Giancarla Casini, segreteria Cgil Firenze.
Nella ricerca dell’alloggio gli studenti dell’indagine non privilegiano più la vicinanza alla facoltà (il 36%) ma un’adeguata presenza di mezzi pubblici (il 64%). Gli studenti sono disposti a rinunciare alla vicinanza alla sede universitaria per una casa meno costosa ma ben collegata con i mezzi pubblici. E in tempi di spese altissime per l’affitto, viene meno anche l’esigenza di un arredamento moderno e curato dell’appartamento (il 41% dice di non essere interessato), specie se si possono spuntare canoni più bassi facendo di necessità virtù. Per esempio gli alloggi per fumatori costano un 20% meno e anche chi non fuma è disposto ad «intossicarsi» pur di spendere meno. Alcuni studenti hanno addirittura raccontato che i proprietari avrebbero chiesto agli affittuari fuori sede di lasciare libera la casa nel weekend per lasciare spazio ai turisti.
«Di fronte a questa situazione non ci sono agevolazioni, né politiche pubbliche per aiutare gli studenti a pagarsi una stanza, lasciati troppo spesso in balia della speculazione immobiliare», ha detto la segretaria del Sunia Laura Grandi, secondo la quale «è necessario che il governo torni a finanziare strutturalmente il diritto allo studio, perché ancora oggi migliaia di studenti che hanno diritto a un alloggio sono costretti a rivolgersi al mercato privato». Per tutti questi motivi, dall’Unione degli studenti e dalla Cgil arriva la richiesta di un incontro con Comune e Università. Da Palazzo Vecchio fanno sapere che della questione se ne occuperanno gli assessori Guccione e Meucci.
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